CIVITAVECCHIA - Sarà un’estate senza cinema all’aperto per Civitavecchia. L’inverno è trascorso non senza difficoltà, con l’onda lunga della pandemia che ha messo in difficoltà il settore; le sale chiudono in tutta Italia, i costi sono alti, i ricavi non altrettanto. Altre 500 potrebbero non aprire più a settembre. Un quadro desolante, dove però c’è chi ancora è deciso a combattere, con la passione, la tenacia, la professionalità e la speranza di vedere rinascere il cinema. Tra questi “fari” c’è anche il Cineteatro Buonarroti che quest’anno ha proiettato film di qualità. Ma non è riuscito a trasformarsi in arena all’aperto, trasferendo l’attività soltanto all’arena Lucciola di Santa Marinella, dove da oggi inizia la programmazione. Mancano gli spazi in città. E forse manca anche quell’attenzione da parte delle istituzioni in primis affinché questi si possa continuare a fare cultura, attraverso queste iniziative. L’Arena Pincio è fuori gioco ormai da qualche anno. Circa due anni fa è stata affidata insieme al bar del Comune ad una società, ma per una serie di ostacoli e criticità i lavori non sono ancora iniziati. Il cortile dei salesiani è stato messo a disposizione della città fino allo scorso anno, ma non è stato possibile proseguire per alcuni problemi dovuti al fatto che si tratta pur sempre di un oratorio che deve rispondere anche ad altre esigenze.

«Per quest’anno a Civitavecchia non apriremo uno spazio cinematografico all’aperto – ha scritto qualche giorno fa Claudio Storani, coordinatore della sala Buonarroti - vi invitiamo quindi a sostenerci e a seguirci presso lo storico presidio di via Aurelia dove dal 1946 almeno cinque generazioni di spettatori si sono formate e hanno sognato, gioito, pianto e sorriso. Sarà una stagione difficile perché imprevedibile nell’esito e estremamente costosa nella realizzazione. Ci giochiamo tanto, inutile nasconderlo, quindi vi chiediamo un costante appoggio per garantire la sopravvivenza del cinema sul nostro territorio». Lo stesso Storani parla di una crisi evidente, dal punto di vista industriale e culturale, negli ultimi due anni. Per il noleggio di un film servono almeno 400 euro. «Il che significa che ci vorrebbero almeno 150 spettatori a serata per rientrare delle spese – ha sottolineato – da un lato la crisi del settore, dunque, dall’altro la carenza di spazi, la poca attenzione al settore e l’impossibilità di ripartire da zero in città, ci hanno purtroppo sbarrato la strada per la proposta del cinema all’aperto». La stagione invernale, nonostante tutto, non è andata male. «Siamo cresciuti come qualità di proposta ma indubbiamente il pubblico in sala è meno rispetto agli anni passati – ha chiarito Storani – vogliamo continuare a crescere, a programmare, ad offrire un ricco ventaglio di proposte. Ma serve un lavoro di squadra anche sui territori: serve più cinema, più teatro e più concerti, spazi ed occasioni di aggregazione culturale e socializzazione. La cultura – ha concluso – non può essere un’eccezione, ma la quotidianità».

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