«Mi raccomando: non voglio foto mie sulla stampa». Dopo il “buongiorno” che dispensava ai giornalisti quando li incontrava su questo o su quel caso di cronaca, la prima cosa che chiedeva era quella di non apparire. D’altronde l’ispettore Giorgio Ferrara, i suoi trentaquattro anni in Polizia li ha passati tutti così, in incognito, riservatamente, lavorando senza pretendere alcuna visibilità. Raro incontrarlo in divisa: in qualche contesto di ordine pubblico, durante l’anno trascorso sulla volante o nel corso del servizio svolto al posto fisso di Polizia dell’ospedale San Paolo. Per i resto, dopo l’arruolamento nel lontano 1989 e i successivi servizi alla stradale in Calabria e alla sicurezza aeroportuale di Fiumicino, da quando a Roma ha prestato servizio alla Digos ha conservato la giubba blu per dedicarsi all’attività investigativa. E a Civitavecchia ha dato il massimo: da sottufficiale nel ruolo dei sovrintendenti ha svolto con professionalità, scrupolo e discrezione un elevatissimo numero di servizi investigativi sia in forza all’Informativa, sia al servizio della squadra di polizia giudiziaria. Professionale e attento al dettaglio, incline alla battuta ma allo stesso tempo rigoroso nei rapporti. Giorgio Ferrara ha saputo farsi apprezzare dai vertici della Polizia di Stato per doti sicuramente non comuni. Investigatore presente in quasi tutti i grandi casi di cronaca legati al territorio di Civitavecchia, ma sempre in punta di piedi, senza clamore, come solo un investigatore di razza sa fare. Il suo percorso lavorativo è terminato: Giorgio Ferrara lascia la Polizia di Stato da ispettore. Ha già salutato i colleghi del commissariato di Civitavecchia che di sicuro perdono un validissimo elemento. A lui va l’in bocca al lupo della nostra redazione e un sentito “grazie” per tutto quello che ha dato in questi lunghi anni.