Nella storia moderna ci sono tre edizioni olimpiche che non sono state disputate: Berlino 1916, Tokyo 1940 e Londra 1944.


Se i Giochi di Berlino vennero annullati per il perdurare del primo grande conflitto mondiale e l’edizione di Londra per la Seconda Grande Guerra, la rassegna di Tokyo ebbe delle cause diverse.


Nell’immaginario collettivo si ricorda il conflitto come causa dell’edizione mancata, ma, in realtà, il Giappone entrò ufficialmente in guerra solo dopo l’attacco a Pearl Harbour del 7 dicembre 1941, ben un anno dopo le Olimpiadi.


Le motivazioni della cancellazione si possono riassumere in due grandi punti: il primo riguarda lo scarso coinvolgimento del Giappone da parte degli Occidentali dopo il primo conflitto mondiale, e questo portò a una lenta ma progressiva lacerazione dei rapporti diplomatici tra il paese del Sol Levante con tutto l’Occidente; il secondo fu la strategia di espansione militare nella vicina Cina.


Il Giappone, scarso di materie prime, voleva il pieno controllo di territori a lui vicini per l’estrazione di tali materie e per ridurre il peso politico occidentale nella regione asiatica.


L’invasione del territorio cinese fece deflagrare la famosa guerra sino-giapponese, ancor prima dell’entrata del Giappone nel conflitto mondiale accanto all’Asse di Ferro con Italia e Germania.


Queste due motivazioni portarono, il 16 luglio 1938, il consigliere dell’imperatore Hirohito, Koichi Kido a dire: «Quando la pace tornerà a regnare nell’estremo oriente potremo nuovamente ospitare i Giochi a Tokyo e cogliere l’opportunità per mostrare al mondo il vero spirito giapponese».


Il CIO ritirò l’assegnazione a Tokyo per consegnarla a Helsinki, la quale non vide mai l’organizzazione per l’allargamento dei combattimenti in tutto il globo.


Solo nel 1952 il CIO farà organizzare le Olimpiadi alla città finlandese, mentre Tokyo dovrà aspettare il 1964 per organizzare l’evento a cinque cerchi che per tutti sarà ricordato come le prime Olimpiadi con la tv a colori.


a cura di Damiano Lestingi


©RIPRODUZIONE RISERVATA