CERVETERI - Si avvicina la data del Jova Beach Pary a Campo di Mare (l'evento si svolgerà a fine luglio) e ora che i piccoli di fratino e corriere sono nati e hanno iniziato a muovere i loro primi passi tra le dune e lungo la battigia di Torre Flavia, tornano ad accendersi le polemiche per la realizzazione dell'evento che nel 2019 portò centinaia di migliaia di persone sul litorale romano, sulla sua vicinanza all'Oasi protetta e soprattutto a una fauna così delicata che potrebbe danneggiarli. Non solo per la presenza fisica di centinaia e centinaia di persone in spiaggia, ma anche per i decibel che potrebbero causare paura tra gli animali. E così mentre a Fermo le associazioni ambientaliste hanno inviato una diffida al Comune «contro l'eventuale decisione dell'amministrazione comunale di Fermo in merito alla autorizzazione di due nuovi appuntamenti in quello stesso luogo a Casabianca, indicata oggi, come allora, quale area di nidificazione del fratino, specie di uccello altamente protetto», anche sul litorale a nord di Roma gli ambientalisti tornano a lanciare l'allarme. «Il mare e la spiaggia sono un bene comune: sarebbe opportuno evitare comportamenti impropri ed irresponsabili come i mega concerti che fanno affluire 50mila persone nelle immediate vicinanze dell'Oasi», ha detto Rita Paone di Marevivo. «Eventi che ne compromettano il delicato equilibrio della spiaggia già messo a dura prova dall'inquinamento da plastica: è di pochi giorni fa la notizia della pubblicazione delle legge "salvamare" che Marevivo ha proposto e voluto fortemente e che equipara i rifiuti accidentamente pescati in mare a quelli delle navi, favorendone così la raccolta e lo smaltimento da parte dei pescatori ma punta anche ad accrescere l'educazione ambientale nelle scuole».

LA LEGGE “SALVAMARE”

«La legge consente ai pescatori e alle diverse associazioni di settore di raccogliere e portare a riva i rifiuti in mare, laghi, fiumi e lagune e di conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani. Un punto di svolta se si considera che fino ad oggi chi portava rifiuti a riva rischiava di essere sanzionato o di pagare una tassa commisurata al quantitativo, come se li avesse prodotti a bordo. I pescatori dunque finivano per ributtare in acqua la plastica pescata accidentalmente. Presentata nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha avuto un iter travagliato con importanti ritardi. Lo scorso ottobre Marevivo ha lanciato un appello per accelerare sulla legge e finalmente l’11 maggio è stata approvata in via definitiva al Senato».


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