Alla fine degli anni Cinquanta, beneficiando della stabilizzazione della rivalità bipolare tra Usa e Urss culminata con una “coesistenza pacifica”, il Cio poté affrontare appieno non solo il ritorno delle nazioni vinte del secondo conflitto, già avvenuto a Melbourne 1956, ma anche la possibilità di far organizzare le Olimpiadi a Italia, Giappone e Germania. Dopo aver concesso di organizzare i Giochi invernali a Cortina d’Ampezzo nel 1956, Roma 1960 fu scelta come sede per la XVII edizione. Per la prima volta le Olimpiadi si svolsero in una città in cui coesistevano due stati, l’Italia e il Vaticano. Se nel primo siamo alla vigilia del centenario dell’unità nazionale e nel bel mezzo del “miracolo economico”, per il secondo le Olimpiadi erano una straordinaria opportunità di propaganda della religione cattolica. Roma si preparò ai Giochi con una ristrutturazione totale delle infrastrutture e degli impianti. Furono stanziati circa cento miliardi, una cifra da capogiro per l’epoca.Ventidue furono gli impianti di gara. Dodici di nuova costruzione, tra cui il palazzo dello sport all’EUR, la piscina dello Stadio del Nuoto, lo stadio Olimpico e lo stadio Flaminio. Emozionante fu la location delle gare di ginnastica artistica, all’interno delle Terme di Caracalla, e le mura della Basilica di Massenzio che fecero da cornice alle gare di lotta. Nonostante l’enorme stanziamento di fondi, la proiezione delle gare in mondovisione, l’alto numero di nazioni e di partecipanti, l’Olimpiade di Roma fu consacrata come “le ultime Olimpiadi a dimensione umana”. Questo perché quattro anni dopo, a Tokyo, si parlò direttamente di rivoluzione elettronica, a causa della rilevazione dei tempi automatici nelle sedi di gara e per la tv a colori. La situazione relativamente pacifica dei due blocchi lo si poté constatare anche nella sfilata delle due Germanie sotto un’unica bandiera, quella tedesca con i cinque cerchi. Al momento delle premiazioni degli atleti tedeschi si fece risuonare la Nona sinfonia di Beethoven. Le Olimpiadi di Roma 1960, come disse Italo Calvino, furono “un suggello simbolico posto a una inaspettata belle époque”. Roma 1960 diede anche i natali ai Giochi Paralimpici che proprio nella città eterna videro la prima edizione. Le Olimpiadi di Roma, sembravano pervadere l’Italia di un “sentimento di successo” e di conquista della soglia del benessere. Poterono beneficiare anche di una distensione nei rapporti internazionali alla vigilia di eventi, come il fallito blitz alla Baia dei Porci, l’assassinio di John F. Kennedy, la crisi dei missili di Cuba e la questione del Vietnam che acutizzarono di nuovo la Guerra Fredda tra i due blocchi contrapposti.



A cura di Damiano Lestingi.
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