Massima allerta per i casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini che si stanno verificando in tutto il mondo, Italia compresa. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc)ha spiegato che « l'ipotesi corrente è che un'infezione o una coinfezione da adenovirus sia la causa più probabile. Si stanno comunque indagando anche altri fattori, che non possono ancora essere esclusi». La preoccupazione è alta, al punto che tutta la rete sentinella è stata messa in allerta. «Siamo in vigile attesa - ha spiegato il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl Roma 4 Simona Ursino - siamo stati allertata, in Italia ci sono ancora pochissimi casi segnalati. Si tratta di una forma ancora attenzionata perché non si conosce l’origine con certezza e alcune forme di epatite sono molto aggressive. È arrivato l’allerta e noi l’abbiamo trasmessa ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta». L’attenzione è alta, così come l’ansia da parte delle persone e si rischia di sfociare nell’allarmismo, proprio per questo l’ospedale pediatrico Bambino Gesù nei giorni scorsi ha diffuso alcune informazioni all’utenza tramite i propri canali. «È importante essere informati - ha spiegato il pediatra Flavio Magliani - in modo da evitare ansie o inutili allarmismi. Questa cosa ancora non si conosce bene ma, al contrario, conosciamo bene l’epatite. Se si hanno dei sospetti in prima battuta è fondamentale contattare il medico di famiglia o il pediatra di libera scelta che saprà riconoscere i sintomi e muoversi al meglio». Il 28 aprile l’Ecdc con un comunicato ha reso noto che la causa più probabile è l’adenovirus F41 ma si sta indagando su altri fattori. A mercoledì 27 aprile sono circa 55 i casi di epatite acuta grave a eziologia sconosciuta tra bambini precedentemente sani segnalati da Paesi dell'Unione europea/Spazio economico europeo, Italia compresa, il dato segnalato dall'Ecdc. Il Regno Unito è il paese che ha segnalato più casi (111 al 20 aprile), mentre in Italia, il 27, i casi probabili erano 8. Nel Regno Unito è stato osservato un aumento della circolazione di adenovirus nei bambini piccoli in coincidenza con l'aumento dei rilevamenti di epatite grave in questa fascia d'età pediatrica.L'ipotesi di lavoro per ora è che ci possa essere un cofattore che colpisce i bambini piccoli che hanno un'infezione da adenovirus. Infezione che sarebbe lieve in circostanze normali, e che invece innesca un'infezione più grave o un danno epatico immuno-mediato. Per questo si sta parlando ad esempio di cofattori che indeboliscano il sistema immunitario. Esclusa correlazione con i vaccini. «Il consiglio - ha concluso Magliani - è di rivolgersi ai pediatri che sono le sentinelle del territorio, soprattutto in caso di vomito, nausea, itterizia o urine scure».


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