LADISPOLI – Nessuno dei tre finora ha parlato con gli investigatori. Troppo gravi ancora le condizioni soprattutto di Silvia Antoniozzi, la docente di lettere di 49 anni colpita con tre coltellate dentro casa e in fin di vita nella terapia intensiva del San Camillo di Roma. Non è stata sentita nemmeno la figlia 16enne, ricoverata invece al Bambino Gesù di Palidoro dopo essere stata centrata da un fendente al fianco che per poco non le ha lacerato il polmone. Nessun colloquio con gli inquirenti neppure per il padre, Fabrizio Angeloni, 49enne anche lui e autore del doppio accoltellamento e, con probabilità, anche del tentativo di togliersi la vita. Almeno questa è la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Civitavecchia che continuano ad indagare sul caso del tentato duplice omicidio, l’accusa dalla quale è chiamato a difendersi Angeloni, sottoposto già ad ordinanza cautelare restrittiva e piantonato al Policlinico Gemelli di Roma. Difficile al momento ipotizzare che l’impiegato dell’Istituto di fisica nucleare a Roma possa essere stata ferito a sua volta in quelle fasi concitate. Il suo corpo e quello della moglie sono stati trovati a terra sul pavimento.
È chiaro che gli aspetti verranno chiariti nelle prossime ore ma c’è la testimonianza dei vicini di casa al secondo piano della palazzina a coincidere con quello che sospettano gli investigatori. La minorenne sarebbe uscita di casa insanguinata e ferita e terrorizzata e avrebbe suonato il campanello chiedendo aiuto mentre nel frattempo padre e madre erano a terra sul pavimento dl bagno uno accanto a l’altro.

«Salvate solo mamma vi prego», avrebbe detto la ragazza in quei momenti come confermato anche dal vicino, Andrea Fornari. Tutti aspetti al vaglio della Procura.

Nel frattempo amici e familiari attendono con ansia notizie dalle strutture ospedaliere. La figlia dovrebbe essere fuori pericolo, in base all’ultimo bollettino dei sanitari. Non però la madre. L'intervento è stato eseguito da un chirurgo d'urgenza, uno toracico e un cardiochirurgo. La prognosi resta sempre riservata.

«Forza Silvia: è la voce che si eleva dai professionisti dell’azienda ospedaliera San Camillo, nel giorno dedicato alla tutela della salute delle donne, che stanno facendo di tutto per salvare la vita alla donna di Ladispoli vittima di una violenta aggressione da parte del marito. Sono in costante contatto con la direzione strategica dell’ospedale e desidero rivolgere un abbraccio ideale». Lo sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.

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