CERVETERI – «Troppi cani non si trovano più, temiamo che dietro possa esserci un’organizzazione dedita al traffico illegale». Monica Volpi, volontaria animalista, ha dato vita ad un gruppo Facebook “Missing Dogs-Cani scomparsi” ricevendo segnalazioni da tutta Italia e anche dal litorale nord. Un fenomeno insolito ma che accomuna centinaia di padroni avviliti perché da mesi, a volte anni, attendono con ansia notizie sui loro amici a quattro zampe, spesso persino microchippati. Sulla costa il numero non è da sottovalutare affatto. «Soltanto io – racconta la cittadina – sono riuscita a registrare la scomparsa di 87 cani nel Lazio, di cui 61 con microchip. Sono ben 32 tra Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri e Ladispoli. L’elenco cresce, ogni giorno abbiamo richieste d’aiuto e inseriamo solo gli animali scomparsi da un mese. La situazione è davvero preoccupante». In questa pagina sepciale “Chi l’ha visto?” riservato ai cani di ogni taglia e specie, spiccano Freak, scomparso a Cerveteri a luglio del 2020 e poi Nokkia, un pinscher introvabile dallo stesso periodo. Del pitbull Demon si sono perse le tracce a Santa Marinella nel 2016, di Ciro invece a Santa Severa nel 2021, e il suo Lobo sempre a Civitavecchia. «In diversi casi credo di sì a volte magari sfuggono ai proprietari o dalle cliniche veterinarie. Il vero problema è che spariscono nel nulla nonostante il microchip. Insomma, qualcosa non quadra e non c'è un archivio per poi proseguire un indagine se ci sono tanti casi in una medesima città». Mesi fa in prossimità del cimitero vecchio vennero recuperati sei cuccioli abbandonati vicino ad una discarica. Non era stato un semplice caso il ritrovamento di altri nove segugini perché anni prima i carabinieri, con l’ausilio delle zoofile cerveterane, scoprirono l’esistenza di una rete dedita al traffico di cani rubati, ricettazione e maltrattamenti. Uomini senza scrupoli, poi denunciati penalmente, sottraevano cani da caccia togliendolo loro il microchip per rivenderli in tutta la provincia e gli animali che non riuscivano a essere immessi nel mercato nero venivano ammazzati. «Noi teniamo alta la guardia – spiega Fabio Di Matteo, referente delle zoofile di Fare Ambiente Cerveteri – ricordandoci i fatti accaduti in passato».


©RIPRODUZIONE RISERVATA