TARQUINIA – Torna imponente per le vie di Tarquinia la statua del Cristo Risorto, rimasta ferma per due anni a causa della pandemia da Covid 19 che ha impedito l’esecuzione di una delle manifestazioni più importanti del territorio, legata ad una tradizione secolare che si ripete ogni anno, la domenica di Pasqua, per annunciare ai fedeli la Resurrezione di Gesù. Si torna a festeggiare la Pasqua nelle strade del centro storico tra campane suonate a festa e spari a salve del gruppo degli Sparatori che annunciano il passaggio trionfale della raggiante statua lignea di Gesù glorioso, portato a spalla dagli uomini dell’Associazione Fratelli del Cristo Risorto presieduta da Don Augusto Baldini. IL SOLE A PICCO La prestigiosa statua del Cristo Risorto viene trasportata a passo spedito tra due ali di folla lungo le vie della città, accompagnata da una marcetta eseguita dalla banda cittadina “Giacomo Setaccioli”. Un evento che emoziona anche i più profani, e al quale il poeta Vincenzo Cardarelli ha dedicato una poesia “Il Sole a picco”, che descrive il “Cristo che molleggia portato a spalla sopra un mare di teste, come nave in mezzo alla burrasca e, col braccio alzato, posa un momento a benedire il popolo genuflesso, pieno di felicità e di benessere, già col sapore delle uova pasquali in bocca’’. Tutti applaudono e si commuovo al passaggio del “Cristo che corre”.UN DIALOGO INTIMO CHE TRAVOLGE ANCHE I PIU’ PROFANI In molti pensano che sia manifestazione unica nel suo genere, per l’effetto che produce sulla folla, assiepata fino all’inverosimile lungo le strade della città. Nel momento in cui la Statua passa davanti ad ogni spettatore, è come assistere ad un trionfo: il trionfo dell’anima sul corpo, del bene sul male, della vita sulla morte. E’ un coinvolgimento che scaturisce dalla parte più intima e più profonda dell’essere. «E’ il momento in cui la Statua, giunta sulla piazza, lentamente si volta; lo sguardo del Cristo oltrepassa la folla, va verso la campagna e il mare, quella campagna che con i suoi raccolti è fonte di vita e di benessere per la buona parte dei tarquiniesi, e la sua benedizione, vincendo la distanza, giunge alla terra lavorata... Con quell’ampio gesto benedicente, si rivolge a tutti i lavori senza distinzione». Tutto questo viene percepito dalla gente che in quell’istante gli rivolge silenziosamente le proprie suppliche in un colloquio intimo e personale con il Redentore. E’ un attimo magico, consumato nel silenzio di ciascuno, al quale fa seguito l’applauso della folla, il suono del “campanone di piazza” e delle campane di tutte le chiese della città. I SIMBOLI DELLA PROCESSIONE Apre la processione la squadra degli Sparatori con i fucili caricati a salve con coriandoli. Una componente originale di questa processione è quella dei ‘’Tronchi’’ a forma di croce, gli stessi della processione del venerdì Santo, ma adornati la domenica di Pasqua da splendide ghirlande di fiori che simboleggiano la vittoria della vita sulla morte. La loro altezza, in alcuni casi, raggiunge i 5 metri e il peso va da 75 ai 95 chili, per questo il loro trasporto richiede abilità e forza per non essere sbilanciati durante il percorso. Anche il trasporto della Statua richiede le stesse qualità, dato il suo peso di circa 520 kg, distribuito sui 16 portatori della “macchina” che, come i loro colleghi dei tronchi, devono rispettare il passo della marcetta musicale intonata dalla banda. Sono più di 170 anni che la Statua compie, ogni anno, il giorno di Pasqua, lo stesso tragitto. IL PERCORSO Ancora oggi la statua di indiscutibile bellezza e imponenza, sul far del tramonto esce dalla piccola chiesa di San Giuseppe, percorre l’angusta via dello Statuto, proiettandosi in via Garibaldi e raggiungendo così l’ospedale per dare la benedizione ai malati. Da qui, dopo una breve sosta, il Redentore imbocca una dopo l’altra via XX Settembre, via Umberto I e corso Vittorio Emanuele. La processione si conclude a piazza Matteotti dove, dinanzi alla Chiesa del Suffragio, accompagnata dai fragorosi rintocchi del Campanone e dagli applausi della folla, impartisce la benedizione alle campagne e al mare, per poi rientrare, attraverso via di Porta Tarquinia nel luogo di partenza, la Chiesa di San Giuseppe, dove la statua del Cristo Risorto rimarrà esposta per i quaranta giorni successivi, fino all’Ascensione. Alla processione prenderanno parte, come di consuetudine, le autorità civili e militari, oltre che religiose, del territorio. LA STATUA La statua del Cristo Risorto fu commissionata dalla Corporazione dei Falegnami. Si narra che per ricordare la Resurrezione venne dato l’incarico ad uno scultore che stava scontando una pena a vita, di scolpire nel legno un Cristo Risorto, superiore per bellezza a quante già ne esistevano. Narra ancora la leggenda che, per impedire all’artista di fare, in seguito, una nuova statua identica a quella scolpita o anche più bella, egli venisse spietatamente accecato. La storia oggi attribuisce la statua lignea come un’ opera ottocentesca realizzata da Bartolomeo Canini, su un bozzetto di gesso dello scultore Pietro Tenerani. PROCESSIONE ANCHE IN DIRETTA STREAMING E IN TV Come per il venerdì santo, la Processione del Cristo risorto sarà trasmessa grazie alla Ermes Wifi di Giancarlo Milioni in diretta streaming sul canale YouTube della città di Tarquinia e, per chi volesse seguirla in Tv, su Tele Lazio Nord canale 94 - 629 - 848 - del digitale terrestre o sul 5629 con il decoder di Sky. Dalle ore 17 partirà la diretta streaming della processione che la Ermes Wifi proporrà con la novità di un nuovo sistema di streaming audio e video che calerà gli spettatori nell'emozionante atmosfera del Cristo Risorto che corre per le vie della città, con l'ausilio di numerose postazioni WiFi, che permetteranno una connessione più efficace e stabile lungo tutto il percorso. A raccontare i due eventi saranno: Simona Orrù e Nazareno Gufi da studio e Letizia Benedetti per i collegamenti esterni.©RIPRODUZIONE RISERVATA