TARQUINIA - Prosegue la protesta degli agricoltori di Tarquinia che stamani con i trattori sono usciti dal piazzale della cooperativa Pantano e della Centrale ortofrutticola - dove da giorni sono allineati in protesta contro il caro prezzi del gasolio e delle materie prime -, e si sono diretti lungo l’Aurelia, in direzione Montalto, camminando a passo d’uomo.![]()
Sono circa una quarantina i trattori allineati che camminano con bandiere e striscioni, scortati dalle forze dell'ordine, Polizia, Carabinieri e Finanza.
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Più tardi gli imprenditori agricoli, che continuano a gridare aiuto per salvare le loro aziende, rientreranno nel luogo di partenza per incontrare i sindacati (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) e pianificare le prossime azioni fino a che il Governo non dará risposte concrete.

Tutti uniti e schierati sono usciti dai campi e sono andati sull’Aurelia: obiettivo far sentire la voce di chi rischia il fallimento:

La situazione è infatti insostenibile. Il gasolio agricolo ha raggiunto oltre 1,50 euro al litro, a fronte di un anno fa, quando si poteva acquistare a meno di 70 centesimi. Il grano pure è arrivato alle stelle: se prima l’investimento iniziale per la produzione era di circa 700 o 800 euro ad ettaro, adesso si è arrivati a 1700, 1800 euro. Per il pomodoro i produttori sono costretti ad affrontare il triplo delle spese di produzione e gli industriali hanno il triplo delle spese di trasformazione. Per non parlare di imballaggi e fertilizzanti, con i rincari in alcuni casi arrivati al 150%.

“Questa è una marcia di speranza per un futuro migliore per famiglie dedite al sacrificio spesso non ripagato da una situazione economica non paragonabile a una vita di sacrifici - spiegano - Ora più che mai si cerca uno spiraglio di luce; amarezza e sconforto sono i sentimenti che predominano, ma la speranza e la voglia di lottare ancora sono nei nostri cuori”.
Al termine dell'incontro con i sindacati, le rappresentanze sindacali, già al lavoro su questo fronte, hanno assicurato che si faranno portavoce delle istanze del settore. Tra le proposte emerse alla riunione, alla quale ha preso parte anche il vicesindaco Luigi Serafini, c’è stata quella di avviare un progetto per chiudere la filiera e vendere il prodotto finito, una eventualità tuttavia da realizzare a lungo termine. Adesso, invece, si tratta di salvare le aziende.