CIVITAVECCHIA - "Sono amareggiata, il mio obiettivo era semplicemente accendere i riflettori su quelli che possono essere i problemi di una periferia e non certamente fare un'inchiesta giornalistica. Sottolineo che si tratta di un'opera di fantasia".

Lo dice la giovane autrice Valeria Gargiullo che ha debuttato con il libro “Mai stati innocenti” pubblicato dalla Salani editori e presentato la scorsa settimana da Book Faces alla Fondazione Cariciv, insieme agli scrittori Gino Saladini ed Anthony Caruana. Una presentazione che ha fatto discutere perché dopo uno scambio di battute con il sindaco Ernesto Tedesco e il presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco si è poi scatenato un vero e proprio polverone, soprattutto sui social. Martedì poi la lettera del Comitato Campo dell'Oro che ha addirittura parlato di una campagna diffamatoria nei confronti del quartiere.

Scambi di battute piccate sui social e decine di messaggi ricevuti. Perché, premessa doverosa, il libro parla di una giovane nata e resciuta a Campo dell'Oro, zona periferica di Civitavecchia. Anna, questo il nome della ragazza, cerca di fuggire da quel quartiere grazie allo studio, al sacrificio ma è anche la storia di suo fratello Simone, di sua madre, della feroce banda dei Sorci e di molto altro. In molti, però, non hanno gradito lo specchiato di Campo dell'Oro che esce dal romanzo ed è esploso il caso.

"Sono imbarazzata – ha detto Gargiullo – la gente non ha compreso che si tratta di un'opera di fantasia e parla senza aver letto il libro. Non è stato fatto un processo di approfondimento, non si è compreso che non si tratta certo di un'inchiesta giornalistica". E a chi non ha gradito le sue dichiarazioni nelle interviste risponde: "Parlo di gente che lavora, coraggiosa, la scelta di lasciare il vero nome del quartiere è funzionale al riscatto della provincia, non solo Civitavecchia. Ho ricevuto testimonianze di persone che hanno letto il mio libro e hanno rivisto casa loro, le problematiche di ogni quartiere periferico. Volevo che si scuotessero le istituzioni, che si comprendesse che le persone dei quartieri periferici pagano le tasse tanto come quelle dei quartieri più centrale, volevo che si riflettesse su quelle che sono le problematiche di tutti i giorni. Fortunatamente ci sono anche persone favorevoli che hanno capito l'intento, tra l'altro alla fine del libro c'è scritto che si tratta di un'opera di fantasia".

Per la giovane scrittrice nel romanzo di biografico c'è più che altro "la voglia di proteggere mio fratello, spesso bullizzato e preso in giro perché ha una lieve disabilità. Il senso di protezione che provo per mio fratello si è traslato nella storia, nel romanzo. C'è poi la voglia di far comprendere l'importanza dello studio per emergere, per un riscatto".

Gargiullo non si aspettava di certo questo tipo di reazione da parte delle persone, un dibattito sì, ma sulla base di un'avvenuta lettura. "Basterebbe leggere la mia opera – ha sottolineato – per comprendere che lo scopo è quello di elevare una realtà, quella della gente di periferia che paga le tasse come tutti gli altri e si meriterebbe la tranquillità di vivere senza il rischio di cornicioni che cadono o quant'altro. Sono cresciuta a Campo dell'Oro e anche se non ci abito più mi sento ancora legata al quartiere. Volevo aiutare - conclude - e sono avvilita".

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