CIVITAVECCHIA - Tremila chilometri in auto dal circondario di Kiev, incinta e con due bimbe piccole per fuggire dalla guerra e partorire al sicuro, qui in Italia, su invito di un’amica di vecchia, vecchissima data.

È la storia, bella, di due giovani donne Alessia Seripa e Valentina Moskaluk che si sono conosciute trenta anni fa nell’ambito di un programma di accoglienza nato dopo l’incidente di Chernobyl.

«Mia madre - ha detto Alessia - accoglieva Valentina, quando era piccola, in casa. Inizialmente per il periodo estivo, poi anche per le festività natalizie e da lì è nato questo legame, nonostante i 10 anni di differenza, iniziato quando Valentina aveva soltanto 8 anni: ora ne ha 36. Quando io e mio marito abbiamo visto cosa stava succedendo in Ucraina non ci abbiamo pensato nemmeno un istante e abbiamo chiesto a Valentina di venire da noi, spiegandole che in qualche modo avremmo fatto». Dopo qualche giorno di incertezza alla fine Valentina si è decisa ed è partita con le due bambine e i genitori anziani, attraversando frontiere e macinando chilometri, fino ad arrivare a Tarquinia. Valentina è alla 38^ settimana di gravidanza.

«Il Comune si sta attivando - ha continuato Alessia - per cercare una sistemazione, attualmente alloggia in casa di un mio amico che si è reso disponibile. È stato bello poter fare qualcosa di concreto». Alessia ha quindi suggerito a Valentina di recarsi presso l’ospedale San Paolo dove, il caso ha voluto, si tenesse proprio un open day nel reparto di ostetricia e ginecologia del primario Alessandro Lena. «Ci hanno accolto - ha detto - mostrando una sensibilità che mi ha colpito».

Valentina è stata presa in carico dal reparto e accolta dai medici presenti Antonio Di Cioccio e Anna Bassani, insieme all’ostetrica Luzzetti, e designati dal primario Lena per l’open day dell’8 marzo. La storia di un’amicizia che dura da trent’anni, di due ragazze che non si sono mai perse di vista e che, nel momento del bisogno, non hanno esitato. Valentina dovrebbe partorire a giorni ed è costantemente in contatto con lo staff del reparto guidato da Lena.«L’amicizia che lega queste pazienti - ha detto Di Cioccio - è una luce in mezzo a tutto ciò che sta succedendo». Non appena saputa la notizia il direttore generale della Asl Roma 4 Cristina Matranga ha parlato con soddisfazione di un «ospedale che accoglie».

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