L’ordigno incendiario lasciato sotto casa del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino è un messaggio inquietante, senza precedenti simili a Civitavecchia.

Non è neppure detto con certezza che fosse proprio il manager il destinatario del pacco bomba (le indagini proseguono a 360 gradi), ma è un particolare che riveste una importanza secondaria nel ragionamento di questo Diario. Perché in ogni caso, come detto, finora in città non si era mai visto nulla di simile. Si era andati dalle ormai anche abusate buste con proiettili, a messaggi minatori anche più “elaborati” (si pensi anche al topo morto recapitato a dicembre al sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi) fino agli incendi di auto e scooter, ma non certo con l’utilizzo di ordigni come quello piazzato a San Gordiano.

La sostanza utilizzata, il timer, il dispositivo per farlo scattare e l’assemblaggio stesso della bomba, che avrebbe potuto provocare un incendio in grado di far saltare anche due auto, rimandano a un modus operandi finora sconosciuto da queste parti. Non una molotov o uno straccio imbevuto di benzina, ma qualcosa di molto più articolato, per essere attivato a tempo, o addirittura a distanza. Un congegno che richiede una certa perizia nella fabbricazione e che fa subito pensare alla criminalità organizzata. Non a quella romana, ma ai clan o alle ’ndrine.

Un ragionamento che si adatta più a questioni di regolamenti di conti e partite di droga di una certa importanza che a minacce legate all’attività di un amministratore pubblico, che si occupa di appalti, concessioni demaniali e traffici marittimi e che peraltro in poco più di un anno a Civitavecchia non solo non aveva mai ricevuto alcun tipo di avvertimento, ma neppure ha ancora posto in essere alcun tipo di attività amministrativa tale da poter scatenare una azione del genere, di una gravità assoluta, che avrebbe potuto causare danni ingenti a persone e cose.

Un fatto del quale ci auguriamo che gli inquirenti siano quanto prima in grado di individuare autori e movente.

Un fatto che deve comunque fare riflettere e alzare le difese della nostra comunità per impedire a certi fenomeni di attecchire per poi proliferare nella società locale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Rassegna stampa dal quotidiano LA PROVINCIA del 6 febbraio 2022