CIVITAVECCHIA - L’avvocato contesta l’articolo in nome e per conto del suo assistito. Parliamo della notizia pubblicata alcuni giorni fa dal titolo “Reperti archeologici in casa: denunciato”. «La scoperta - scrive il legale - ben poco ha di scoperta, poiché avvenuta soltanto allorquando pattuglia dei Carabinieri di Civitavecchia si è recata presso l’abitazione per notifica di alcuni atti e non durante ordinari controlli del territorio. Gli oggetti - precisa l’avvocato - non sono assolutamente archeologici poiché semplici riproduzioni di oggetti dell’epoca etrusco-romana». Afferma inoltre che il suo assistito «non è stato trovato in possesso di numerosi spade, monete e oggetti vari in bronzo, in quanto quelli sequestrati sono solo ricreazioni di vasi e piccole anfore e altri oggetti di uso quotidiano».



L’avvocato, in fine, fa sapere che il suo assistito non avrebbe ricevuto alcuna comunicazione attinente procedimenti aperti: «Anche laddove si dovesse aprire un procedimento penale, lede in ogni caso il mio assistito». Nell’articolo, tuttavia, non vi è alcun riferimento specifico al cliente dell’avvocato, né riferimenti legati alla sua abitazione. Inoltre, sempre nello stesso articolo, si parla di oggetti di dubbia provenienza, probabilmente (e non certamente) reperti di interesse archeologico, almeno per chi indaga. Viene in fine specificato che gli investigatori attendono la perizia archeologica della Soprintendenza proprio al fine di accertare l’autenticità e il valore di quanto rinvenuto e sequestrato.