CIVITAVECCHIA - «Una situazione paradossale». I lavoratori di Cfft sono preoccupati. Il futuro è incerto. Alla scadenza imminente dell’appuntamento di martedì a Madrid, con la società che dovrebbe programmare con i clienti il lavoro per il 2020, non c’è ancora una risposta certa da parte dell’Adsp in merito all’utilizzo delle banchine 25 sud e della 24 per scaricare e caricare i container destinati ai magazzini refeer.



«Siamo appesi alla non decisione del presidente Di Majo – hanno spiegato – a fronte di impegni concreti, in termini di investimenti e rilancio occupazionale, da parte di una società che oggi non può fare altro». Da quattordici anni ad oggi si è passati da un terminal all’acquisto anche dell’interporto, una sfida in cui Cfft crede; da una decina scarsi di lavoratori alle attuali 103 unità, «e possiamo arrivare a 200 secondo i piani di investimenti presentati nei mesi scorsi. E invece a fine anno – hanno aggiunto – il 40% di noi rischia di andare a casa, e di certo non per problemi finanziari dell’azienda».



Proprio per questo motivo, non solo i lavoratori a tempo determinato, ma tutti oggi sono preoccupati. Nel piazzale del terminal, nonostante sia sabato mattina, i mezzi vanno e vengono. In banchina, alla 25 appunto, è ormeggiata una nave da crociera. «Se alla 25 sud, che è stato confermato essere una banchina pubblica, attraccano navi da crociera – hanno ribadito – perché non possono arrivare anche quelle destinate ai nostri magazzini?». Sono pronti quindi al sit-in di martedì fuori Molo Vespucci e allo sciopero di 48 ore il 6 e 7 novembre prossimo. Ma alzano il livello di discussione. E si appellano direttamente al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.



«Venga qui a conoscere la nostra realtà – hanno sottolineato – e poi intervenga con decisione, perché questo serve dopo un anno e mezzo di tavoli di concertazione e trattative, di comitati d i gestione senza risposte, di riunioni». Ma chiamano in causa anche i parlamentari del territorio, i consiglieri regionali ed il sindaco Ernesto Tedesco. «Neanche un posto di lavoro deve essere perso – hanno ribadito – venga qui il Sindaco, si faccia carico di questa situazione, ci dica le sue intenzioni, apra un tavolo di trattativa con il presidente Zingaretti, perché questo non è solo un nostro problema, ma un problema del porto e del territorio tutto». «La volontà dell’azienda – hanno concluso – è stabilizzare i lavoratori e creare nuova occupazione. Se si andrà allo scontro frontale con l’Autorità di sistema portuale la colpa non sarà certo la nostra: ce l’abbiamo messa tutta in quest’anno e mezzo. È il momento che venga risolta, una volta per tutte, questa vertenza».