FIUMICINO – «Lunedì 14 ottobre alle ore 16 la Commissione Regionale Speciale per l’edilizia economica e popolare presieduta dalla consigliera Roberta Lombardi, che ringrazio per la disponibilità e l’attenzione, si occuperà della questione delle case Erp di Isolato Stazione a Fiumicino», si legge in una nota diffusa dal consigliere regionale del Pd Lazio, Michela Califano. «In questi ultimi mesi – prosegue – la vertenza sulle case Erp di Isolato Stazione si è fatta via via più complicata, con il rischio che decine di famiglie si ritrovino in mezzo a una strada. Stiamo seguendo, per quanto di nostra competenza, da vicino questa problematica», conclude.

Ma neanche a via Berlinguer la situazione è delle migliori. Qualche giorno fa, infatti, un custode giudiziario nominato dal tribunale fallimentare di Roma ha suonato alle porte degli inquilini di Via Berlinguer consegnando un decreto di sgombero firmato dal Giudice delegato. Il decreto intima la liberazione degli appartamenti entro 50 giorni a partire da oggi, dopodiché avverrà lo sgombero coatto delle famiglie con l'impiego delle forze dell'ordine.

A darne notizia è stato Emiliano Piccioni, portavoce del "Comitato Inquilini Via Berlinguer" che si batte per la tutela degli inquilini delle case Erp: «Si sta avvicinando - afferma - il disastro sociale preannunciato da mesi all'amministrazione Comunale dal comitato inquilini di Via Berlinguer. E' fondamentale ricordare come gli attuali inquilini dello stabile di Via Berlinguer, un palazzo costruito con contributo pubblico e composto da 36 alloggi sociali, abbiano già pagato, con anticipi non dovuti, l'incompiuta lasciata dal costruttore fallito. Il Comune avrebbe dovuto vigilare e sanzionare applicando la Convenzione così come previsto per Legge, invece, con la complicità di un Consiglio Comunale quasi unanimamente a favore del costruttore, a Febbraio ha bocciato la mozione per l'avvio della procedura di revoca della concessione per fallimento, revoca che oggi avrebbe messo al riparo decine di famiglie già scippate dei risparmi di una vita. Famiglie, spesso monoreddito, con anziani, operatori delle forze dell'ordine, bambini e ragazzi inseriti nel tessuto sociale del territorio, che vanno a scuola e che rischiano di ritrovarsi assieme ai genitori in mezzo ad una strada. Ora ci aspettiamo che tutti quei consiglieri comunali che ci hanno avvicinato, dopo averci pugnalato sulla mozione di revoca, tranquillizzandoci che mai nessuno ci avrebbe cacciato via, che avrebbero addirittura fatto muro sotto al palazzo per evitare gli sgomberi perché, stavolta all'unanimità, ci riconoscevano vittime di una truffa, oggi mantengano la parola data.

La revoca della concessione, così come previsto dalla Convenzione, è l'unica soluzione per delle famiglie ritenute dal legislatore fasce deboli che non possono pagare né i debiti lasciati da un bancarottiere né una curatela che non denuncia in Procura la presenza di proprietà non appartenenti al fallito nel mutuo spropositato concesso dalla banca e lasciato ai posteri».