CIVITAVECCHIA - «Anche Civitavecchia vive una forte precarietà abitativa che la crisi economica ed occupazionale acuisce di giorno in giorno. Circa 600 famiglie sono in graduatoria e aspettano da anni un alloggio di edilizia popolare».



A lanciare l’allarme è l’Unione inquilini Civitavecchia in occasione della VIII Giornata nazionale “Sfratti zero” in programma per oggi. Una situazione tristemente nota all’assessore ai Servizi sociali Alessandra Riccetti. «Siamo consci che esista un’emergenza abitativa a Civitavecchia - ha detto - che deriva anche dalla perdita del lavoro, si crea una sorta di effetto domino». Ci sono ad esempio molte famiglie in difficoltà che non riescono più a pagare l’affitto. «A Civitavecchia - ha sottolineato Riccetti - è possibile accedere ai fondi per la morosità incolpevole. Si tratta di un aiuto ai cittadini in difficoltà economiche come ad esempio la perdita del lavoro o di un familiare. Eventi che mettono in difficoltà gli equilibri del nucleo familiare. Il tutto - ha aggiunto - per evitare la perdita dell’abitazione. È un tema che sta molto a cuore all’amministrazione Tedesco, infatti abbiamo aumentato i fondi a disposizione con una variazione in bilancio». Per quanto riguarda le graduatorie c’è una legge regionale che stabilisce i parametri per stabilire i punteggi. Altro punto preso in esame dall’Unione inquilini di Civitavecchia è l’alto numero di case sfitte in città.



«Non si costruiscono nuovi alloggi Erp - scrivono dall’Unione - mentre in città si contano centinaia di case vuote, manca un’adeguata politica abitativa per far fronte al disagio abitativo divenuto strutturale». Per la Riccetti però è necessario fare una distinzione «tra l’Edilizia popolare, per cui il Comune ha un accordo con Ater, da quelle che sono case private». Ma i Servizi sociali sono al lavoro anche su altri fronti. Mentre continua la fase di ascolto dei cittadini emerge sempre più forte il disagio occupazionale. «Parliamo soprattutto di uomini tra i 40 e i 60 anni che stanno perdendo il lavoro a causa delle varie vertenze territoriali - ha spiegato Riccetti - ed è una crisi che viene da lontano. Noi ad esempio siamo attivi con il progetto Bussola ma occorre una politica di sviluppo a livello locale. Abbiamo approvato diverse costruzioni in edilizia popolare ma veniamo da cinque anni di immobilismo e se da una parte serve più tempo dall’altra ci sono famiglie costrette a fare i conti con difficoltà quotidiane, come ad esempio acquistare i libri scolastici». L’amministrazione ha presentato un progetto in attesa dell’ok dalla Regione riguardo il linguaggio dei segni. «L’obiettivo - ha dichiarato Riccetti - è quello di abbattere le barriere. Sarà fatto un corso nelle scuole per imparare il linguaggio dei segni». Per Riccetti è fondamentale che le istituzioni vadano a tutelare i cittadini perché ci sono problemi che ricadono su tutto il nucleo familiare, anche sui minori. Una mano tesa in un momento di difficoltà può fare la differenza e creare futuri cittadini più consapevoli e responsabili.