Se l’estate è bollente e le notti stellate accendono il romanticismo, al contrario di quanto si creda la stagione delle vacanze non è quella migliore per gli aspiranti genitori. Insomma, non si è più fertili e non si concepisce di più. «In tutta Europa, da almeno vent’anni si registra un aumento delle nascite nei mesi estivi: luglio, agosto e in particolare settembre. Dal 2015 al 2019 settembre segna un boom in questo senso, ciò significa che il concepimento maggiore è intorno a Natale, nei mesi freddi». Lo spiega Claudio Giorlandino, ginecologo, direttore generale dell’Italian College of Fetal Maternal Medicine. ‘Partire in due e tornare in tre’, dunque, non è altro che un luogo comune. E le ragioni sono molteplici. «Il numero di concepimenti nei mesi estivi è legato a situazioni come quelle di coppie giovani che, magari dopo un matrimonio o in un momento particolarmente felice della loro vita, decidono di suggellare l’unione con un viaggio - osserva l’esperto - E’ vero che nei periodi di maggiore felicità c’è più possibilità di essere fertili, ma per ragioni legate soprattutto alla predisposizione sentimentale. Dunque, se in questi soggetti aumenta l’interesse ad avere figli, aumenta il numero di rapporti e aumenta la procreazione; se dobbiamo fare invece una valutazione generale, la maggior parte dei concepimenti - precisa il ginecologo - avviene intorno al mese di dicembre». Inoltre «non vi è nessuna influenza ambientale o correlazione neuroendocrina - sottolinea Giorlandino - perché il riposo impiegherebbe troppo tempo per agire sul sistema neuroendocrino, mentre i vacanzieri hanno a disposizione dalle 2 alle 4 settimane. Nell’uomo per migliorare gli spermatozoi ci vogliono invece almeno 6 mesi. E nella donna, per riprendere una regolare attività ovulatoria nel caso in cui lo stress ne abbia determinato una riduzione, può servire anche un anno di vita tranquilla e terapie riequilibranti». Quindi «la vacanza e il relax non aumentano affatto la fertilità; quello che possono fare - conclude l’esperto - è favorire la predisposizione ad avere più rapporti sessuali e la disponibilità ad avere figli».