TARQUINIA - Una festa subito per due, quella di domenica sera. Luigi Serafini, annunciato vicesindaco già nei giorni scorsi, ha infatti brindato con il neo sindaco Alessandro Giulivi subito dopo il responso elettorale. 

«Grande soddisfazione  - commenta Luigi Serafini pronto a lavorare con lo spirito di chi vuole interpretare un ruolo vicino alla gente, come fu, all’epoca, l’allora vicesindaco Sergio Benedetti (numero due nell’allora amministrazione Giulivi dal 2002 al 2007)- Il risultato delle elezioni è stato accolto da tutta la squadra con enorme entusiasmo». 

«Non posso che esprimere soddisfazione e gratitudine nei confronti del nostro gruppo che ha lavorato senza sosta, di chi mi ha sostenuto e votato, ma soprattutto rivolgere il mio personale ringraziamento al neo Sindaco Alessandro Giulivi per aver permesso, attraverso la sua decisione di tornare in politica, questa svolta decisiva per la nostra Tarquinia. - ha aggiunto Serafini - L’esito del ballottaggio esprime non solo in modo netto una preferenza, ma palesa il fatto che Giulivi e la sua squadra hanno saputo accogliere tutta quella parte di elettorato di centrodestra che non si è riconosciuta nello schieramento opposto, oltre ad una componente di elettorato delle liste uscite sconfitte al primo turno. Si è finalmente ricostituita intorno a Giulivi e alla Lega una nuova coalizione, come dimostrato dagli ottimi risultati delle due liste civiche ‘‘Noi con Tarquinia’’ e ‘‘Futura’’, formata da tanti giovani pieni di energie, affiancati da qualcuno che, come me, ha già qualche capello bianco». «Il risultato dimostra che la nuova amministrazione ha proposto un programma concreto e persone che hanno saputo convincere e rinfondere fiducia nei tarquiniesi dopo un anno di commissariamento e di difficoltà. - L’obiettivo è quello di iniziare subito a lavorare riattivando risorse e progetti con ottimismo e collaborazione, considerando gli eventi e le necessità della stagione estiva già avviata».



«Ora abbiamo l’onere e l’onore di governare la città. Il mio obiettivo è quello di riuscire a fare quello che fece all’epoca Sergio Benedetti»