CIVITAVECCHIA - «La classifica si basa esclusivamente su ipotesi e non su misurazioni effettive e non tiene conto dell’eventuale utilizzo delle tecnologie di abbattimento delle emissioni già presenti sulle navi».



Lo dichiara la Clia (Cruise Line International Association) in risposta alle dichiarazioni pubblicate in merito alle emissioni delle navi che si dice «delusa dal fatto che Transport & Environment abbia pubblicato un’analisi effettuata solo dal proprio staff, in modo - spiegano dalla Clia - autoreferenziale e senza discussioni pubbliche o contributi dall’industria delle crociere». Dall’associazione spiegano che il settore delle crociere è stato uno dei primi ad adottare la tecnologia di pulizia dei gas di scarico (Egcs) attualmente utilizzata da 111 navi. «Di conseguenza  - continuano - questa tecnologia si è sviluppata permettendo di ridurre le emissioni di zolfo oltre i limiti previsti dalle regolamentazioni internazionali e di ridurre inoltre le emissioni di particolato». Sottolineato anche l’utilizzo del Gnl, con 25 navi in costruzione che lo utilizzeranno come fonte primaria. Per quanto riguarda le cinque raccomandazioni la Clia si dice d’accordo sul «fatto che dovrebbero esserci condizioni di parità tra la shore-side electricity (Sse)».



Inoltre «attualmente solo 13 porti visitati dalle navi delle compagnie aderenti a Clia - spiegano - offrono almeno una minima disponibilità di utilizzo di energie elettrica da terra». Sull’estensione degli standard Seca al resto dei mari dell’Ue l’associazione spiega che sarà necessario tempo e, in conformità «con l’attuale quadro normativo, gradiremmo la conferma che sia possibile utilizzare gli Egcs sia ‘‘open loop’’ che ‘‘closed loop’’, e che il Gnl e altri combustibili alternativi siano supportati e sviluppati e che siano fisicamente disponibili nei porti per essere usati dalle navi».



L’associazione ricorda anche che i «massicci investimenti fatti nelle tecnologie di riduzione delle emissioni da parte dei membri Clia non sono stati supportati dal fondo norvegese per il Nox: nessuna compagnia Clia ha ricevuto finanziamenti fino ad oggi». Dalla Clia concludono offrendo il loro supporto ma evidenziando come «lo sviluppo di un’area di controllo a emissioni zero» sia «un’aspirazione ammirevole, ma deve essere chiaramente definita e pensata».