LADISPOLI - «L'OPI Roma non può certo agire in base ai processi mediatici che si stanno conducendo sui social e che sarebbe il caso di interrompere immediatamente perché non hanno alcun fondamento, né nella legge, né nell'etica professionale». L'Ordine delle Professioni Infermieristiche interviene dopo essere stata chiamata in causa dal giornale infermieristico Nurse Times che chiedeva la radazione dall'ordine di Martina Ciontoli. «L'Opi Roma – spiegano dall'ordine – sta seguendo l'iter di legge e, solamente in base alle risultanze giuridiche definitive, agirà di conseguenza. Questo – hanno sottolineato – tenendo presente che, al tempo in cui furono commessi i fatti, Martina Ciontoli era studentessa in infermieristica, non iscritta, pertanto, all'Ordine degli Infermieri, e che i capi di accusa non sono stati ancora confermati con sentenza definitiva passata in giudicato. Solamente in caso di condanna definitiva sarà possibile per l'OPI di Roma esaminare i fatti e prendere in considerazione le sanzioni, anche accessorie, che verranno adottate dall'autorità giudiziaria». Insomma, per l'OPI una cosa è chiara: «Non può certo agire in base ai processi mediatici che si stanno conducendo sui social e che sarebbe il caso di interrompere immediatamente perché non hanno alcun fondamento, né nella legge, né nell'etica professionale. Anzi – hanno aggiunto – a ben vedere, hanno come unica finalità quella di istigare altri colleghi infermieri a mettere alla gogna una persona che, fino alla conclusione del giudizio penale con sentenza definitiva, non può essere legalmente perseguita». Atteggiamenti, quelli che si stanno perpetrando nei confronti dei Ciontoli e in primis nei confronti di Martina, che per l'ordine delle Professioni infermieristiche andrebbero immediatamente interrotti. Tanto che dall'OPI invitano tutti «a rientrare nei confini della normalità, rispettando, in primis, i diritti costituzionalmente garantiti a tutti i cittadini, nonché le norme di legge e deontologiche. Garantiamo – appare ovvio doverlo ribadire - che, all’esito del giudizio penale e in considerazione delle sanzioni, anche accessorie, che saranno applicate dalla Magistratura, l’Ordine esaminerà la vicenda adottando i provvedimenti che riterrà opportuni sulla base delle norme regolamentari e deontologiche».