CIVITAVECCHIA - «Una questione anomala, che va approfondita». Il presidente del consiglio comunale Alessandra Riccetti assicura di andare in fondo alla richiesta di rimborso per oltre 194 mila euro, «in ordine alle azioni intraprese ed ai relativi atti amministrativi posti in essere in seguito allo smottamento della sede stradale, con conseguente franamento di parte della carreggiata, avvenuto in data 11 febbraio 2014, sul territorio comunale, in via Colline dell’Argento». Richiesta arrivata dal segretario generale Caterina Cordella che, lo scorso 17 marzo, ha scritto ai consiglieri comunali di maggioranza i quali ,nella seduta del 28 novembre 2014, hanno approvato il riconiscimento del debito fuori bilancio inviando loro un ‘‘Atto stragiudiziale di intimidazione, diffida e costituzione in mora ai sensi e per gli effetti degli articoli 1219 e 2943 del codice civile’’. «In nome e per conto del Comune di Civitavecchia - si legge nella lettera a firma dell’avvocato Caterina Cordella - vi significo che la Signoria Vostra deve provvedere in solido al rimborso di parte della somma complessiva di euro 194.354,38 euro. La presente vale quale comunicazione di avvio del procedimento di recupero delle somme». L’approvazione del debito fuori bilancio venne deliberata dal Consiglio Comunale, con i soli voti dei consiglieri di maggioranza presenti in quella seduta. Vale la pena ricordare come ovviamente la proposta di delibera avesse avuto il parere preventivo dello stesso Segretario Generale ed il parere favorevole all’approvazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Sulla vicenda venne aperto anche un procedimento dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia. Ora si tratterà di appurare quali siano state le novità che hanno indotto il Segretario Generale a procedere con il recupero delle somme (poco meno di 14.000 euro a testa) e nei confronti di chi, oltre eventualmente ai 14 consiglieri di maggioranza (quel giorno erano assenti il sindaco Cozzolino e la consigliera Bagnano) che approvarono la delibera. «Sono molto perplessa, ma non mi preoccupa più di tanto - ha aggiunto Riccetti - ci sono dei passaggi nella lettera che non tornano, riferimenti a norme giuridiche che non quadrano e che meritano un serio approfondimento».