CIVITAVECCHIA - È rientrato in Italia Giovanni Moscherini. E da ieri è agli arresti domiciliari nel suo appartamento di Roma, dopo aver ricevuto la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Massimo Marasca, su richiesta del sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice. Per lui, così come per il suo ex assessore Enzo De Francesco, le accuse sono di tentata estorsione e di minacce finalizzate a far commettere un reato ad altre persone. Altre persone che rispondono ai nomi di Pasqualino Monti e Maurizio Ievolella, commissario e segretario generale dell'Autorità Portuale.



Ad attenderlo ieri mattina, nell’area aeroportuale di Milano Malpensa, i militari del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Roma, coadiuvati da quelli della locale stazione carabinieri e del Noe meneghino. I militari del Noe capitolino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, hanno messo in campo un'indagine che ha permesso di acclarare come Moscherini stesse rientrando dall’estero in data antecedente rispetto a quanto comunicato da uno dei suoi avvocati alla autorità giudiziaria.



Dalle indagini sarebbe emerso come Moscherini avesse chiesto ai vertici dell'Autorità Portuale di intervenire abusivamente per favorire l’acquisto - per un importo compreso tra i 20 ed i 23 milioni di euro - di una cava di proprietà di una società viterbese, che avrebbe dovuto fornire il materiale lapideo necessario per la realizzazione di un appalto pubblico, minacciando di denunciare per non conformità delle relative forniture, tramite l’Associazione regionale estrattori del Lazio, i titolari delle cave ai quali erano stati assegnati i subappalti, peraltro con l’intendimento del Moscherini di procurarsi un ingiusto profitto pari all’8% del fatturato derivante dalla fornitura, quantificabile in almeno euro 1.600.000.



A questo punto si attendono gli interrogatori di garanzia fissati per giovedì per capire quale sarà la linea dfensiva dei due indagati e per capire cosa dichiareranno per spiegare la vicenda. Perché, almeno stando a quanto sottolineato sabato dall'avvocato di Moscherini, il professor Carlo Taormina, "l'ex sindaco è il primo che vuole chiarire tutta questa faccenda".



E intanto sul caso è intervenuto di nuovo il senatore di Forza Italia Francesco Giro. "Leggo e rileggo le carte del Gip di Civitavecchia e non trovo un solo elemento che giustifichi la custodia cautelare ai danni dell'ex sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini. Il gip - ha spiegato - ha rifiutato che la misura fosse eseguita in carcere così come chiedeva il Pm ma credo che anche la misura restrittiva ai domiciliari sia eccessiva. Mi auguro che dopo l'interrogatorio di garanzia davanti al gip si possano revocare gli arresti domiciliari ma sopratutto si possa ristabilire un po' di chiarezza su una vicenda che credo riguardi molti altri soggetti. Nel 2012 io fui grande antagonista dell'allora sindaco Moscherini e in città molti mi attribuirono la responsabilità della sua sconfitta elettorale ma oggi non posso che schierarmi a difesa della libertà di un uomo che può anche chiamarsi Gianni Rossi i cui diritti sono stati gravemente vulnerati".