LADISPOLI - «Una bozza non definitiva di annotazione di polizia giudiziaria, contenente il sunto di intercettazioni telefoniche ed ambientali di particolare rilievo svolte nell’ambito di un procedimento penale particolarmente complesso e di natura riservata». 

È questa l’esatta (e ufficiale) definizione della relazione della Guardia di Finanza relativa all’indagine su Coop & Appalti, pubblicata in Internet la scorsa settimana dal blog del giornalista viterbese Paolo Gianlorenzo, da tempo trapiantato a Civitavecchia come addetto alla comunicazione locale di Forza Italia, con tanto di ufficio nella sede del partito, e portavoce di Gianni Moscherini.

A svelare il mistero è stato lo stesso pm titolare dell’inchiesta, Lorenzo Del Giudice, motivando il decreto di perquisizione emesso giovedì scorso nei confronti dello stesso Gianlorenzo, che ha subito, ad opera della Guardia di Finanza, la perquisizione dell’ufficio e dell’abitazione ed il sequestro di pc, hard disk e memorie Usb, che saranno esaminati per cercare di stabilire la provenienza del file modificato (per togliere indirizzi, numeri di telefono e riferimenti personali dei nominativi riportati nell’informativa) e pubblicato dal giornalista. Come scritto dal Pubblico Ministero nel medesimo documento, pubblicato anch’esso sul blog viterbese, si trattava di una «bozza incompleta e parziale di una annotazione depositata nella sua completezza solo in tempi recentissimi. Si ha motivo di ritenere che la stessa rappresenti una copia in corso di lavorazione e che non possa che provenire da ambienti della Guardia di Finanza incaricata delle indagini».

Dunque, se da un lato si apre un nuovo giallo sulla provenienza del file che – essendo stato trasmesso, come scrive il pm, in tempi recentissimi, non avrebbe potuto comunque riportare la firma del maggiore Nusca, che nel frattempo ha lasciato il comando della Compagnia di Civitavecchia – dall’altro, viene confermata la sostanza del quadro complessivo di rapporti tra coop (nel caso specifico soprattutto la Casa Comune 2000), politici, dirigenti e funzionari dei comuni del comprensorio emerso dalla lettura del file ‘‘incriminato’’. 

Nel frattempo, dopo che domenica un quotidiano aveva pubblicato la notizia con il titolo sulla informativa «falsa», sebbene poi specificasse come le interecettazioni fossero comunque autentiche, si sono registrati diversi interventi che gridano - a vario titolo - al complotto politico piuttosto che allo sciacallaggio mediatico.

«Come era prevedibile – si legge nella nota dell’amministrazione comunale di Ladispoli - la vicenda della sbandierata ‘‘informativa’’ della Guardia di Finanza sulla gestione degli appalti alle cooperative sociali nel nostro territorio si è rivelata una gravissima ed oscura manovra basata su un falso e su una grave violazione delle norme del codice penale. Dietro questo fatto gravissimo ci sono sicuramente forze che vogliono destabilizzare le amministrazioni comunali democraticamente elette del territorio. Sarà la Magistratura, anche essa chiaramente attaccata da questa manovra, ad individuare i responsabili del reato. Per quanto ci riguarda i legali stanno predisponendo le denunce per chi ha pubblicato il falso e chi si e’ reso complice di una aggressione alle Istituzioni e alla dignità e alla privacy delle persone». 

«Giù le mani dalla vita privata delle persone», dice invece il presidente della Coop Casa Comune 2000 Luigi Valà.

«Giù le mani - scrive testualmente - dalla vita privata delle tante persone che si sacrificano quotidianamente per lavorare e per dare lavoro e che, come me, non hanno mai ricevuto pressioni da politici o da altri per assunzioni».