è una vera e propria tirata d'orecchi ai presidenti delle commissioni quella contenuta in una nota inviata dalla più alta carica della massima assise cittadina Tiziano Cerasa.

Un j'accuse bello e buono, nel quale il presidente del Consiglio lamenta delle violazioni statutarie, che sarebbero già  state evidenziate anche dal segretario generale Luigi Annibali e che saranno oggetto, di un incontro fissato per questa mattina, con tutti i presidenti di commissione.

Si comincia con «l'ordine del giorno», che deve essere «costituito dall'esame di atti del Consiglio e non da oggetti che i Presidenti, nella loro autonomia, ritengano di sottoporre», che, afferma Cerasa «secondo le norme attuali, non sono consentiti». La nota prosegue poi ricordando che «i dirigenti, i funzionari, e gli impiegati del Comune non possono partecipare a riunioni di Commissioni il cui oggetto sia estraneo e diverso da atti del Consiglio», fermo restando che «la funzione più generale del Consigliere Comunale, può esplicarsi in altre sedi, al di fuori della riunione delle Commissioni Permanenti». A questo proposito la riunionemirerà  «a fare chiarezza sulla natura e lo spirito delle norme dello Statuto e dei Regolamenti, per riportare la nostra attività  nel solco della regolarità . Nello spirito, in conclusione, dello Statuto, le Commissioni quando sono chiamate ad approfondire gli atti del Consiglio, devono farlo entro un ragionevole periodo, senza prolungamenti inspiegabili che nuocciono alla vita generale del Consiglio per i ritardi ai quali viene sottoposta. Non dunque si deve parlare di lesione o spoliazione dei diritti del Consigliere - conclude Cerasa - perchà© non si tratta di questo, quanto piuttosto di una gestione ben definita nei suoi termini, chiara nel suo modello di svolgimento, e senza pregiudizio alcuno delle prerogative proprie del Consigliere Comunale».