TARQUINIA- La procura di Civitavecchia ha ordinato il sequestro di un 'Lince', il blindato più usato dai militari italiani, per verificare se il mezzo - come ipotizzato da una prima consulenza tecnica disposta dal pm - ha dei problemi di stabilità che ne provocano il ribaltamento. Un'iniziativa attuata nell'ambito dell'inchiesta sull'incidente in cui, il 25 febbraio del 2011, morì un giovane militare e altri quattro rimasero feriti mentre percorrevano l'Aurelia, a Tarquinia. L’inchiesta potrebbe avere riflessi ben più ampi, se si pensa che solo in Afghanistan sono 500 i Lince impiegati dai militari italiani, nove dei quali sono morti negli anni proprio a causa del ribaltamento del mezzo. Il pm ha disposto, il 22 febbraio scorso, il sequestro di un esemplare del Lince con l'obiettivo di capire, come la consulenza tecnica avrebbe già evidenziato, se sussista effettivamente “un quadro di potenziale e intrinseca pericolosità del mezzo, specie per quanto attiene la stabilità in caso di trasferimenti stradali con andatura a velocità sostenuta, ma comunque notevolmente inferiore al limite meccanico offerto dal veicolo ed inferiore ai limiti di legge”. Secondo la consulenza tecnica, infatti, “le ordinarie operazioni di rientro in carreggiata da un sorpasso in condizioni di velocità compresa tra 80 e 90 chilometri orari..., operate anche con normale cautela, possono portare questo veicolo a superare i limiti di sicurezza al ribaltamento, limiti espressi dal massimo angolo di inclinazione laterale del veicolo dichiarato dal costruttore”. La decisione di procedere al sequestro di uno di questi mezzi, del tutto simile a quello coinvolto nell'incidente  e che l'Esercito ha già  individuato e metterà a disposizione del pm “all'inizio della prossima settimana”, è  stata presa perché l'indagine del consulente tecnico della procura, “pur attuata su modelli matematici, certamente raffinati e affidabili, lascia un margine sia pur minimo di approssimazione tale da indurre lo stesso consulente a valutare come opportune analisi sperimentali delle caratteristiche statiche e dinamiche del veicolo”. Dunque, 'San Lince', questo il soprannome con cui lo chiamano i soldati per la sua efficacia contro gli ordigni esplosivi, finisce nel mirino degli inquirenti per i presunti problemi di stabilità che più volte sono stati evidenziati, anche con interrogazioni parlamentari, dopo i diversi incidenti avvenuti in Afghanistan. Problemi, secondo alcuni, legati al peso e all'altezza della nuova torretta blindata, introdotta per dare una maggiore protezione al mitragliere in 'ralla'. L'Esercito, che nell'ottobre 2009 fece un'indagine interna promuovendo la nuova “ralla motorizzata balistica”, ma suggerendo correttivi da apportare) ha espresso oggi “massima fiducia nell'operato della magistratura” e sottolineato di aver emanato “da tempo prescrizioni precauzionali per garantire la massima sicurezza per il personale nell'impiego dei Lince”. Un mezzo di cui la Forza armata ribadisce le grandi qualità, specie in Afghanistan, dove sta dando “un'ottima prova di resistenza contro la minaccia degli ordigni improvvisati, incrementando in modo decisivo la protezione e la sicurezza del personale militare”. (Ale.Ro.)