CIVITAVECCHIA - La vicenda Italcementi divide le coscienze dei Civitavecchiesi. Significativa una lettera trasmessa in redazione da un lettore de La Provincia. «I lavoratori della Italcementi occupano la sede di lavoro perchè vogliono avere garanzie dopo la chiusura dello stabilimento, anche se a leggere si capisce che dopo la cassa integrazione il Sindaco ha promesso lavoro al Comune. Tante aziende stanno chiudendo e tutte le famiglie hanno al loro interno casi di difficoltà di lavoro e veri problemi per campare. Mi sembra che gli operai Italcementi abbiano avuto un bel trattamento e non sono ancora contenti, perché dimostrano con bandiere, striscioni e bandane sulla testa, offendendo anche il Sindaco. Spiego la mia situazione familiare e di miei vicini: io ero agente di commercio ma ho dovuto licenziarmi perchè tasse e contributi erano superiori alle entrate e mi sto curando per una grave malattia, mio figlio ha fatto il muratore per circa due anni e adesso è disoccupato dato che le case non si vendono e la ditta è fallita, mia moglie e mia figlia non lavorano, altri miei vicini riescono a lavorare tre o sei mesi all’anno senza incassare nei periodi di ferma. Mi fermo , anche se ci sono altri casi di disgrazie simili. Posso chiedere se anche noi possiamo sperare di entrare a lavorare in comune e considerato che non abbiamo cassa integrazione e altre tutele, quanti lavoratori ancora può assumere il comune? Gli sfortunati siamo noi o i lavoratori della Italcementi e che palazzo dobbiamo occupare per avere le stesse agevolazioni e attenzioni di quelli della Italcementi?».
Lettera firmata