di VALENTINA CERRONE


CIVITAVECCHIA - Curiosità, attesa, ricerca affettuosa di un volto a cui rivolgersi, a cui trasmettere la propria gioia, a cui far vedere la propria presenza. Con questi sentimenti i civitavecchiesi hanno accolto il loro nuovo Vescovo nel giorno del suo ingresso ufficiale in città. Monsignor Luigi Marrucci da parte sua non ha trattenuto la gioia per il suo nuovINSEDIAMENTOo incarico e con il volto radioso e a braccia aperte ha salutato i cittadini che sono accorsi numerosi in Piazzale degli Eroi, dopo aver portato il suo abbraccio ai ragazzi del villaggio del Fanciullo. Un fare semplice, diretto, un incedere sicuro e il parlare colloquiale lo hanno subito avvicinato non solo alle persone ma anche alle autorità civili e militari che gli hanno dato il benvenuto. « Chiamo volentieri questa città Civitanostra - ha detto monsignor Marrucci salutando il sindaco Gianni Moscherini - per esaltare il servizio a cui siamo preposti, lei per l’amministrazione del bene comune, io, con i miei sacerdoti e i diaconi per un umanesimo integrale del cittadino. Civitanostra - ha continuato il pastore - è una città portuale con le porte spalancate sul mondo; la sua vocazione è l’accoglienza, la sua cultura il vivere insieme. La chiesa c’è non per sostituirsi , ma per offrire una mano all’autorità civile. Conti pure su di me - ha concluso - spero di essere uomo leale nel dialogo, pronto nel servizio dei fratelli» E l’accoglienza dei fratelli e l’amore per il prossimo, soprattutto per i nemici, è stato il cuore dell’omelia della concelebrazione che ha presieduto alle 17.30 in cattedrale «Gesù esorta a superare INSEDIAMENTOla legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente , anzi chiede ai suoi discepoli di esercitarsi sulla prassi della non-violenza. Ci invita ad amare i nostri nemici. All’amore per chi ci combatte e ci contrasta , Gesù unisce la preghiera, perché ci fa vedere colui che ci fa del male come un fratello da amare. Così - ha sottolineato il nuovo Vescovo - possiamo comprendere, nella preghiera, che il nemico ,in qualche modo, diviene nostro insegnante perché ci fa aprire gli occhi sulle profondità del nostro cuore, che normalmente ci fa escludere chi non ci ama, chi non la pensa come noi, chi non è dei nostri». Monsignor Marrucci ha poi concluso ricordando che Dio non fa distinzione di persone e fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, come racconta il vangelo di Matteo. «Non so se vi aspettate un piano pastorale - ha detto in conclusione. - Il Vescovo che viene non è il funzionario di turno che deve far girare gli ingranaggi della diocesi, né l’amministratore delegato di una azienda che enuncia il suo piano di produzione; è il padre di famiglia , generato dalla paternità di Dio, che viene per camminare con voi, vi accompagna, ritma con voi il passo, talvolta lo sollecita, ma sempre, tutti quanti, alla scuola di Gesù» Il presule ha poi affidato a Maria Immacolata la chiesa e il suo cammino e ha ricordato cheINSEDIAMENTO qualche giorno fa ha celebrato con alcuni sacerdoti una santa messa proprio presso la tomba del compianto vescovo Carlo Chenis : «So che vi amava e che voi lo avete amato e mi rimetto con semplicità sulle tracce che lui ha indicato» Una semplicità e una gestualità così aperta e diretta che ha già conquistato molti.