Senza nulla togliere ai giocatori, agli allenatori, allo staff e ai dirigenti, c’è una categoria di sportivi che non viene evidenziata nella giusta misura per il compito che ha nel rugby.

Di chi si parla? Di una nutrita e istruita categoria che sono in campo e non hanno mai gloria ne spesso riconoscimento, anzi spesso criticati da tutti.

Ognuno di noi si dovrebbe fare delle domande.

Sceglierei quel tipo di compito? Mi prenderei le critiche di tutti? Riuscirei a sopportare alcune volte gli insulti del tipo inadeguato, incompetente ect? Se non di peggio.

Ognuno di noi dovrebbe porsi le domande precedenti prima di emettere sentenze definitive verso arbitri, guardalinee e comunque persone che si dedicano al controllo e alla verifica nelle partite di rugby.

Questo il senso della riflessione odierna, pensare, riflettere, ordinare le idee sulla categoria degli arbitri, assistenti arbitrali nel rugby.

Con i loro fischietti, cartellini e con le pressioni che ricevono devono adempiere a un mestiere complicato.

Per esempio l’ambiente incide in maniera forte se non si ha un’esperienza importante. Può succedere qualche episodio discutibile.

Un cartellino giallo in cui il giocatore rimane fuori 10 minuti è una decisione che incide sulle sorti della squadra avversaria di molto. Male parole o insulti da parte del pubblico ai fischietti, nel rugby, per la categoria si chiudono con il fischio finale.

Il ruolo dell’arbitro o degli assistenti arbitrali è quello più difficile in qualunque sport, due squadre, nello stesso momento e luogo,criticati dal pubblico di casa che assiste nei campi o tribune dello stadio.

Quale strumento ha l’arbitro per segnalare anomalie o falli di gioco? Il fischietto.

A onor di cronaca fino alla metà del 1800, il direttore di gara nel rugby aveva unicamente la voce come strumento per farsi sentire dai giocatori e dal pubblico. Per questo a fine gara spesso era privo di voce.

A questo punto ci piace segnalare, senza togliere nulla a tutta la categoria, coloro che conosciamo direttamente perchè presenti spesso al Moretti della Marta: Stefano Bruschi, Pasquale Ciocci e Alessio Vallerga.

A loro e a tutta la categoria vanno i ringraziamenti per il compito spesso difficile, ingrato, duro e faticoso che svolgono, in particolare si invia la riconoscenza e la gratitudine dai colori biancorossi.

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