LADISPOLI - Omaggio alla memoria di Domenica Santi, il ladispolano partigiano del "no". L'iniziativa, in vista delle celebrazioni per il 25 Aprile, Festa della Liberazione, è stata ideata dal Partito democratico ladispolano. L'omaggio è previsto alle 12 dopo la celebrazione istituzionale al Monumento ai Caduti e si svolgerà sotto la targa intitolata a Domenico Santi posta nel 2013 davanti al ristorante La Tripolina, nello spazio compreso tra piazza Rossellini e piazza della Vittoria. «Un punto d’incontro abituale in tempo di pace e di normalità: “Memmo” - raccontano i dem - dopo aver staccato dal lavoro della sua bottega, dopo mezzogiorno, si intratteneva con i compaesani, quasi un embrione di forum per scambiarsi le idee sui fatti del momento. Ripercorriamo in sintesi la storia di Domenico Santi, nonno materno di Federico Ascani, esponente del PD ladispolano, già Consigliere comunale e di Città Metropolitana. A causa di un incidente occorsogli da bambino “Memmo” perse l’uso della gamba destra, ma la menomazione non gli impedì di muoversi con una bicicletta monopedale. E fu proprio con quel mezzo, insolito nella sua diversità, apparentemente innocuo ma che in realtà celava dei nascondigli, che prestò il suo impegno nella Resistenza operando come staffetta. Pedalava sfidando le spie, sfidando i tentacoli polizieschi sotto il segno della svastica e la feroce occupazione dell’esercito del Terzo Reich lungo il nostro litorale. “Memmo” faceva l’andirivieni tra Palo e Ceri, dove la famiglia era sfollata, per consegnare alle formazioni partigiane del territorio l’Unità clandestina e i ciclostili; tutto materiale pericoloso per chi ne veniva trovato in possesso e che arrivava alla Stazione di Palo». I dem lanciano l'invito a partecipare a tutta la popolazione. «La Festa della Liberazione comporta una riflessione politica non solo sul passato ma anche sul presente, perché se è vero che “la storia siamo noi” allora dobbiamo impegnarci con ogni mezzo e in ogni occasione per mantenere viva la memoria di “quell’immane tragedia collettiva dalla quale proveniamo” contro ogni tentativo di “subdola manipolazione del tracciato storico nazionale”».

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