TARQUINIA – Stringono i tempi per le tre liste di centrodestra alle prese con le trattative per la composizione della squadra di governo dell’Università Agraria di Tarquinia capitanata dal neo eletto presidente Sergio Borzacchi.



È stato infatti convocato per lunedì alle 15, presso la sala del consiglio comunale, il primo consiglio di amministrazione dell’ente di via Garibaldi, finalmente uscito dalla fase commissariale.



All’ordine del giorno: la convalida degli eletti; l’elezione del presidente del consiglio e la proposta degli indirizzi generali di governo della maggioranza. Qualora in prima convocazione non venga raggiunto il numero legale per la validità dell’adunanza, la seduta del consiglio, in seconda convocazione, è fissata per martedì 19 sempre alle 15.



Ore intense per la decisione sui criteri da adottare per la scelta degli assessori e del presidente del consiglio. L’orientamento appare essere quello di due figure in capo alla lista di Rinnova (vice presidente e presidente del consiglio) e due in capo a Idea Sviluppo (due assessori di cui uno in quota rosa, ad oggi obbligatorio).



All’interno di Rinnova, che fa capo al vicesindaco Manuel Catini, il criterio dovrebbe essere quello delle preferenze ottenute, pertanto la vicepresidenza dovrebbe andare al primo degli eletti Alberto Tosoni (detto Bebo 232) mentre la presidenza del consiglio ad Alessandro Guiducci (157).



Meno lineare la situazione per ‘’Idea Sviluppo’’ che deve fare i conti, per accordi di coalizione, con la quota rosa. Un assessorato dovrebbe essere quasi certo per il primo degli eletti, Marco Guarisco (199) mentre l’altro deve scivolare fino a Valentina Eusepi (106) per garantire la presenza femminile. Il secondo degli eletti, Marcello Maneschi (165) molto probabilmente siederà in consiglio con una delega importante.



Lo scenario potrebbe poi cambiare se la neo amministrazione deciderà di cambiare lo statuto, come sembra possibile, adottando magari quello già elaborato dal commissario Venanzi o uno nuovo che preveda l’eliminazione del presidente del consiglio a favore di cinque assessori che accontenterebbero tutti, compresa la terza lista civica del presidente, e che eliminerebbe l’obbligatorietà della quota rosa. Nelle prossime ore lo scacchiere dovrebbe essere più chiaro.