LADISPOLI - «I lavori al Castellaccio sono ripresi: è un simbolo che tornerà a brillare». Ne è convinto Filippo Moretti, consigliere comunale e delegato alle Aree protette. Si è reso necessario votare una variante in corso d’opera approvata dalla giunta comunale lo scorso 8 aprile per far riprendere il cantiere che da mesi si era interrotto. Il maniero, nella frazione agricola dei Monteroni, ha ricevuto un contributo economico di circa 3 milioni e mezzo dal Pnrr per tornare a nuova vita. Fu set de “La grande guerra”, storico film di Mario Monicelli con protagonisti Alberto Sordi e Vittorio Gassman. «Sono state essenziali altre autorizzazioni – dice Filippo Moretti – per la lavorazione tecnica e strumentale da parte degli operai. Questo per garantire una stabilità più imponente dell’edificio, pur mantenendo le caratteristiche originali perché parliamo pur sempre di una struttura antica. Ci era stato suggerito di avere dei muri portanti più stabili e altre migliorie anche relative all’intonaco utilizzato. D’ora in poi i lavori proseguiranno a passo spedito, non vediamo l’ora di poter inaugurare il nuovo Castello che, ricordo, aprirà ad esposizioni, congressi, mostre d’arte e altri tipi di eventi come la celebrazione dei matrimoni, ad esempio. Avrà un funzione polifunzionale». Oltre al celebre film del 1959, qualche anno primo il maniero ospitò gli sfollati durante la II° Guerra mondiale e ci furono delle nascite. Nel Castellaccio soggiornarono san Paolo della Croce, il viaggiatore romantico George Dennis, l’architetto topografo Luigi Canina, Teresa Caetani, duchessa di Sermoneta, e il poeta Giuseppe Gioacchino Belli che al suo interno venne anche arrestato. «Il nostro obiettivo – conclude Moretti – è restituire alla comunità un luogo vivo e accessibile, capace di accogliere diverse forme di espressione e aggregazione. Il Castellaccio tornerà a essere un punto di riferimento per la cultura e la storia di Ladispoli». Tornando allo stato attuale, nel piano di recupero è inclusa anche la “stalla” esterna al Castello e tutta l’area verde circostante. Nel 2016 durante un normalissimo scavo vennero trovati dei resti della civiltà romana e in poche settimane la soprintendenza del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in collaborazione con lo stesso Comune, portò alla luce un intero villaggio sotterraneo tra scheletri, strade, pozzi, monete e tanti altri reperti. Poi i cantieri si fermarono per mancanza di contributi e alla fine quella città rimase sotterranea custodendo tutti i suoi segreti.

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