CIVITAVECCHIA – L’11 giugno 1904 fu pubblicata la notizia che il ministro degli affari esteri, l’onorevole Tommaso Tittoni, aveva comunicato al sindaco di Civitavecchia Achille Montanucci e al sottoprefetto della stessa Ippolito De Gaetani che il presidente della Repubblica Francese, Emile Loubet, li aveva nominati cavalieri della Legione d’onore.

Quali meriti ebbe il nostro sindaco per guadagnarsi la massima onorificenza transalpina?

Il presidente Loubet venne in visita ufficiale in Italia nell’aprile del 1904. All’epoca i viaggi presidenziali o reali si svolgevano in treno e in quell’occasione gli uffici del cerimoniale del Quirinale stabilirono che da Civitavecchia, ultima stazione importante prima della Capitale, iniziasse ufficialmente la visita presidenziale. Il re, per accogliere l’illustre ospite, inviò nella cittadina portuale alcuni ufficiali del suo seguito.

Il protocollo aveva stabilito che il treno giungesse a Civitavecchia alle 14.23 pomeridiane e ripartisse alle 14 e 30, per essere a Roma alle 16 precise.

Dal 22 aprile alla stazione ferroviaria di Civitavecchia fervevano i lavori di addobbo per il ricevimento del presidente Loubet. Era stato cambiato tutto l’addobbo della sala di prima classe ed erano stati appesi i ritratti del re e della regina con quello di Loubet. Erano stati istallati anche labari e trofei con dodici bandiere ciascuno campeggiate da scudi. Il sindaco Montanucci avrebbe offerto un rinfresco e donato al presidente un bellissimo album con la storia di Civitavecchia.

Arrivò il 24 aprile. A Grosseto al treno presidenziale si aggiunse una locomotiva che aveva in testa un bellissimo trofeo di bandiere italiane e francesi. Al posto del porta fanale centrale era stata posta una corona di ferro, formata di foglie di quercia con in mezzo la ruota alata, emblema della società ferroviaria.

Evaristo Spaccari, corrispondente del Messaggero, ricostruisce così quei momenti:

“Civitavecchia, 24, ore 3. Fin dall’una e mezza i dintorni della stazione erano gremiti di folla variopinta, desiderosa di dare il primo saluto, in forma ufficiale, al presidente della Repubblica amica. La stazione era addobbata con molta eleganza.

Nella sala di prima classe v’erano fiori a profusione e nel mezzo un buffet assai ben arredato e meglio provvisto. Sulla porta d’ingresso era un grande trionfo di bandiere, attornianti scudi con la scritta: R.F. e con la croce sabauda. Era stato vietato, col massimo rigore, agli estranei di penetrare nel recinto della ferrovia.

Alle 2 e quattro minuti giunse il treno staffetta. Il treno presidenziale arrivò alle 2 e 24 minuti.

Una compagnia del 91° fanteria rendeva gli onori militari. Scoppiò un uragano di applausi nella folla: le grida di viva Loubet, viva la Francia erano assordanti. La banda militare intonò la Marsigliese.

Il presidente scese e fu ricevuto dal nostro sindaco, dalla Giunta, dall’ammiraglio Bettolo, comandante la flotta delle torpediniere del porto e dal sottoprefetto.

Avendo qui assunto forma ufficiale il viaggio, l’ambasciatore Barrere ha presentato a Loubet la missione inviata dal re, che si è posta al suo seguito. Il presidente ha passato in rivista la compagnia d’onore; quindi è entrato nella sala del buffet, e ha accettato un rinfresco.

Il sindaco comm. Montanucci offrì al presidente l’annunziato album con la storia di Civitavecchia, elegantemente rilegato, e rinchiuso in uno splendido astuccio. Il presidente ha gradito moltissimo il dono; e dopo cinque minuti è risalito in treno, fra gli applausi dei presenti.

Il treno è ripartito alle 2,35 con 6 minuti di ritardo”.

Quattro giorni dopo, il 28 aprile festa di Santa Fermina, nelle vie civitavecchiesi ci fu un’imponente manifestazione di amicizia verso la Francia. Spaccari scrive: “Ieri sera, mentre suonava in piazza Vittorio Emanuele il concerto del 91° fanteria, un gruppo di giovani con bandiere italiana e francese, domandava tra gli applausi della folla, la Marsigliese, che fu concessa, applauditissima.

Si formò in breve una dimostrazione. Tutti gridavano: evviva la Francia! Evviva l’Italia! Evviva le due sorelle latine! La dimostrazione fermatasi in via Umberto primo, ove prestava servizio un concerto comunale, chiese la Marsigliese. Nuovi e fragorosi applausi alla Francia.

Il concerto suonò la Marsigliese e la Marcia reale. La folla si era grandemente ingrossata.

La dimostrazione allora si fece maggiormente solenne, e con a capo il concerto comunale si mosse, percorrendo le vie principali della città al grido unanime di: evviva la Francia! Evviva l’Italia!

Ordine perfetto”.

Civitavecchia, una storia ricchissima.