Non hanno portato risultati concreti le recenti manifestazioni e le composte proteste degli agenti di custodia di Mammagialla. Anzi...

Giovedì altri disordini e altre violenze. Una spirale senza fine, che provoca rabbia e delusione tra i poliziotti. E il malessere cresce. Come spiega Luca Floris del sindacato autonomo Sappe, che sbotta: «La polizia penitenziaria non ha più la situazione sotto controllo.

Sembra brutto dirlo, ma è la pura verità. Non ci sono strumenti, progetti, forze per riportare la normalità e garantire la sicurezza. Non passa giorno che non succeda qualcosa di critico e il personale è allo stremo. Capita che per una giornata feriale e in turni mattutini sia in servizio un agente per piano all’ interno dei padiglioni.

Ciò significa che durante le ore diurne, con il pieno delle attività e i detenuti fuori delle celle, un solo agente deve gestire cento di loro, una pura follia!».

Posso immaginare che tipo di cupa atmosfera e quanta frustrazione si respiri.

«E infatti accade che poi muore una persona e non puoi fare nient’altro se non constatarne il decesso. E giù ad alimentare sospetti e fantasmi. Purtroppo l’amministrazione sta fallendo la sua naturale missione. Sono in aumento, da parte del personale, le richieste di distacco presso un’altra sede e le assenze per malattia da stress correlato. Sarà un caso? Che sia un campanello d’allarme, un sintomo di insofferenza verso l’amministrazione?»

Scommetto che la sua risposta è un sonoro si.

«Noi sosteniamo che certi segnali non vanno sottovalutati. Abbiamo interessato tutte, dico tutte le istituzioni che hanno voce in capitolo nel settore carcerario. Purtroppo è stato un nulla di fatto. Abbiamo visitato i luoghi di lavoro e abbiamo trovato interi reparti privi di condizioni igienico-sanitarie idonee. Anche in questo caso niente si è mosso. Si immagina che cosa sarebbe successo se certe evidenti carenze fossero state riscontrate nel settore privato? Sanzioni varie e provvedimenti di chiusura a sfare. Nella pubblica amministrazione, invece, nessuno vede e nessuno fa nulla, ma i colleghi rischiano ogni giorno di ammalarsi.

Muffe, escrementi, carcasse di animali, carenza di servizi igienici, postazioni di lavoro di fortuna in mezzo a fili elettrici scoperti, fonti elettromagnetiche inutili. Tutto normale.

Non ci stanchiamo di ripetere che occorre intervenire immediatamente prima che accada qualcosa di irreparabile. Non vorremmo essere costretti a rivendicare “noi l’avevamo detto!”».

Tanta tantissima amarezza. Chissà se questo forte grido di dolore verrà una buona volta raccolto. Perché la situazione è ormai da allarme rosso, e non da ora. E in troppi fanno finta di niente. Giovanni Masotti