CIVITAVECCHIA – «I porti non sono più meri snodi logistici, ma grandi contenitori, ecosistemi complessi di impresa, dove si crea continuamente valore aggiunto». Lo ha evidenziato il presidente dell’Adsp del Mar Tirreno centro settentrionale Pino Musolino, ieri e giovedì a Trieste per partecipare a un panel sul Piano del Mare e sul futuro della Blue Economy in Italia, nell’ambito Forum Risorsa Mare organizzato da The European House Ambrosetti.

Alla tavola rotonda su Infrastrutture, porti e logistica come fattore abilitante, hanno preso parte anche Luigi Merlo, Responsabile relazioni Istituzionali Italia, MSC Group e Presidente di Federlogistica, Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale e Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti, alla presenza del ministro Nello Musumeci e del vice ministro Edoardo Rixi. «Mare e porti sono ora al centro dello sviluppo economico- ha sottolineato Giampieri - quando parliamo di porti parliamo di economia reale, di investimenti, di lavoratori. C’è bisogno di decisioni coraggiose e tempestive».

Lo ha evidenziato anche lo stesso Musolino, sottolineando innanzitutto in apertura come «parlare e lavorare nei porti, discutere di logistica è diventato finalmente interessante. Ed il ministro Musumeci ci ha fatti diventare - ha spiegato - finalmente centrali proprio in questa discussione. Oggi però investitori e mercati, anche esteri, ci chiedono tempi, modi e capacità che in questo momento non abbiamo. Servono strumenti, per renderci responsabile di fatto delle iniziative che prendiamo come Authority. Dopo quattro anni il Governo verifica il lavoro svolto. In questo modo possiamo garantire ai porti di essere leva e cinghia di trasmissione della grandezza del sistema economico italiano».

Musolino ha infine sottolineato l’importanza degli scali italiani anche nel percorso legato alla transizione energetica: «Parliamo di realtà complesse, già industriali o semi industriali - ha aggiunto - che hanno possibilità di fare una riconversione di aree dismesse, non vanno a consumare nuovo suolo, e possono così diventare luoghi ideali per la sperimentazione di progetti di transizione energetica ed ecologica, interventi che avremmo dovuto operare da tempo». Per il collega dell’Adsp del Mare di Sicilia Occidentale Pasqualino Monti: «Il nostro Paese ha bisogno di una riforma della burocrazia. È proprio la burocrazia che pesa sulle infrastrutture; dobbiamo procedere con celerità».

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