CIVITAVECCHIA – «Esprimiamo forte preoccupazione per quanto riportato in queste ore in merito alla discarica militare di contrada Santa Lucia, al centro di un’inchiesta per disastro ambientale».

Lo dichiarano il Sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene e l’Assessore all’Ambiente Stefano Giannini. In queste ore si parla infatti di Centro Chimico sequestrato nell’ambito di un’inchiesta per disastro ambientale e di venti ufficiali indagati con un rischio legato a 20mila tonnellate di rifiuti bellici tossici.

«Le notizie relative – proseguono - al deterioramento dei contenitori, ai fusti corrosi e al rischio di dispersione di arsenico, iprite e altre sostanze tossiche nel suolo, nelle falde e nell’aria impongono la massima attenzione. Parliamo di un sito che per anni avrebbe dovuto garantire la sicurezza e l’isolamento di residuati bellici estremamente pericolosi, e che oggi rischia invece di trasformarsi in un problema ambientale di proporzioni gravi per il nostro territorio». 

Dal Pincio promettono: «L’amministrazione comunale segue con la massima attenzione l’evolversi della situazione, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura e delle indagini in corso, e continuerà a mettere a disposizione la propria collaborazione istituzionale per tutto ciò che sarà richiesto. Sollecitiamo – incalzano Giannini e Piendibene – la Regione Lazio e ARPA a rendere pubblici i dati sulle analisi in corso e, se non già attivato, a predisporre un monitoraggio permanente. Civitavecchia ha già sostenuto in passato un costo altissimo in termini ambientali e sanitari. La tutela della salute dei cittadini resta la nostra priorità assoluta e non ci fermeremo finché non sarà fatta piena luce su questa vicenda».

DE CRESCENZO – «Le notizie sull’area militare di Santa Lucia, dove sono stoccate sostanze chimiche altamente pericolose, sono allarmanti. Come Presidente della Commissione Ambiente, ho convocato per lunedì 21 alle 09.30 i vertici del centro chimico militare in audizione. Insieme a loro, ho convocato anche i vertici della Asl Rm4.
Mi auguro che il direttore del Cetli, in particolare, partecipi e possa spiegarci cosa sta succedendo. La città pretende chiarezza e trasparenza. Già a partire dal 2016, come “cittadini uniti contro l’inceneritore” portammo alla luce la volontà del ministero della difesa di costruire un impianto per l’incenerimento dei materiali bellici. La ferma opposizione e l’immediata mobilitazione della popolazione riuscì a fermare il progetto. Da allora una coltre di silenzio ha avvolto le attività del centro chimico. Questo non può più essere consentito. Questo non può più essere accettato», lo dichiara Ismaele De Crescenzo, presidente della commissione Ambiente del Comune di Civitavecchia.

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