CIVITAVECCHIA – Se la crisi nel canale di Suez dovesse perdurare avrebbe un «impatto devastante» per l’economia globale con «ricadute dirette sulla vita di ognuno». In un’intervista all’Adnkronos Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale e numero uno anche di Medports - associazione che riunisce le principali autorità portuali del Mediterraneo, creata nel 2018 - lancia l’allarme sui rischi di una cronicizzazione delle tensioni nel Mar Rosso. «Bene fa il governo a considerare in modo serio un intervento a tutela della stabilità del commercio internazionale perché è in ballo tutta la sostenibilità di tutta la nostra economia - ha infatti spiegato - al momento i porti più colpiti in Italia sono quelli più noti: Genova, Trieste e probabilmente Venezia, in misura diversa Gioia Tauro. Civitavecchia e Ancona non hanno ancora subito un contraccolpo importante perché non siamo particolarmente esposti alle rotte del Far East». Ma, mette in guardia Musolino, «se la crisi durasse più di 60 giorni noi come sistema economico globale non possiamo reggere un lungo periodo di disruption radicale di queste catene logistiche sviluppate ultimi tre decenni». E, incalza, «al netto del fatto che già post-Covid c’è stata una regionalizzazione delle catene logistiche, siamo ad ogni modo molto dipendenti dalle rotte da e per l’Estremo Oriente». Quindi «il rischio, nello scenario più avverso, di un livello di tensione e instabilità per lungo tempo avrebbe ricadute enormi e devastanti sia per il Mediterraneo che per il commercio internazionale».

E la crisi preoccupa anche il Governo, per le conseguenze economiche e per la competitività dei porti del Paese. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando del «problema economico non secondario della riduzione del traffico marittimo attraverso Suez, che ci preoccupa, perché siamo passati da 400 navi al giorno a 250». «Sono aumentati e non di poco i costi assicurativi e si allungano i tempi di percorrenza, perché fare il periplo dell’Africa significa perdere 15 giorni - ha aggiunto - ne va della competitività dei nostri porti, Gioia Tauro, Brindisi, Trieste, Genova. Ne abbiamo parlato in Consiglio dei ministri, con il ministro della Difesa Crosetto abbiamo fatto lo stato dell’arte e abbiamo illustrato le nostre preoccupazioni». Secondo i dati di Portwatch, piattaforma di dati gestita dal Fondo monetario internazionale e dall’Universita di Oxford, i transiti di navi commerciali attraverso il Canale di Suez sono scesi al livello piu basso da quando la Ever Given aveva bloccato il corso d’acqua quasi tre anni fa: la media mobile su sette giorni delle traversate giornaliere di Suez da parte di navi mercantili, portacontainer e petroliere è scesa a 49 domenica. Un dato in calo rispetto al picco giornaliero di 83 transiti registrato nel 2023 alla fine di giugno e inferiore alla media di sette giorni di un anno prima di 70 transiti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA