CIVITA CASTELLANA - «Maggioranza contro l’aborto, il Pd sulle barricate». Tanto rumore per nulla, a quanto pare. Perché il post comparso ieri mattina sulla pagina ufficiale del Comune, e restato in rete una manciata di ore, è frutto di un misunderstanding.

Il Partito democratico, in pratica, si è scagliato contro l’amministrazione Giamperi, perché «a sostegno di una proposta di legge “per imporre alla donna intenzionata ad abortire l’obbligo di “vedere tramite esami strumentali il nascituro che porta nel grembo e far ascoltare il battito cardiaco dello stesso. Un’iniziativa discutibile da parte di un’istituzione che rappresenta tutta la cittadinanza», ha scritto in una nota il circolo. «Sono scandalizzata dall’uso che la giunta Giampieri fa della pagina istituzionale del nostro Comune per fini politico-ideologici», ha attaccato la segretario Nicoletta Tomei. E non finisce qui, perché anche il capogruppo Simone Brunelli si è scagliato contro il primo cittadino. «Se il sindaco, anziché governare la città, intende fare becera propaganda elettorale attaccando i diritti delle donne, abbia quantomeno il buongusto di firmarsi e farlo sui propri canali social». Ebbene, il sindaco non aveva alcun motivo di firmarsi perché, stando a quanto si apprende, il percorso legislativo è di carattere popolare. Raggiunto telefonicamente, Giampieri ha infatti spiegato che «il segretario generale, come previsto dalla norma, si è limitato vidimare i moduli», ha spiegato il sindaco, convinto che fossero poi stati restituiti ai richiedenti. Ma così non è stato. «Non appena visto l’avviso sulla pagina Facebook, ho prontamente richiesto la rimozione dello stesso». Intanto, però, il circolo del Pd ha annunciato un esposto in Prefettura. Ma su cosa?

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