CIVITAVECCHIA – Nella precedete consigliatura, pur sedendo nei banchi della minoranza, per ottenere attenzione dalla compagine di governo su alcune problematiche cittadine, decisi di votare tutte le delibere di debiti fuori bilancio provenienti da sentenze giudiziali. Il ragionamento era il seguente: io mi assumo con Voi, membri della maggioranza, l’onere di votare i debiti fuori bilancio tu, maggioranza, attenzioni le problematiche che ti sottopongo. La scelta si rivelò efficace, alla fine riuscì ad influenzare l’azione amministrativa nelle seguenti questioni e con le seguenti prospettive:

a) Il Sindaco avrebbe avvalorato ed inoltrato nelle sedi opportune quanto il Comitato agli Usi Civici gli avesse sottoposto;

b) La promozione di una campagna della raccolta differenziata di qualità in tutte le classi di scuola primaria e secondaria;

c) Esaminare una proposta di chiusura del ciclo dei rifiuti, per la frazione secca/indifferenziato,secondo i principi dell’economica circolare, con un impianto attagliato alle esigenze della nostra città.

Ciò mi ha consentito di acquisire una discreta conoscenza sulle dinamiche di quelli che vengono comunemente chiamati debiti fuori bilancio, con particolare riferimento a quando queste si innescano e provocano danno erariale all’Ente.

Ebbene la vicenda del biodigestore in località Monna Felicita ha segnato, con la sentenza nr. 14680/2024 pubblicata il 18/07/2024, un punto chiaro ed inequivocabile di tutto l’iter amministrativo, sconfessando il profilo di inadempimento ed irregolarità individuato dall’Amministrazione comunale resistente ed annullando la Determina Dirigenziale nr. 40443/2023 con la quale si era revocata il la concessione di quelle aree alla società Lamer, quindi sono state ritenute illegittime e quindi annullabili dal collegio giudicante la delibera di giunta n.185/2023 e la conseguente delibera di Consiglio Comunale nr. 27/2024.

Va aggiunto che questo epilogo è lo stesso di altri ricorsi che sono stati promossi dall’Amministrazione Comunale per scongiurare la costruzione dell’impianto proposto dalla società Ambyenta Lazio.

E’ evidente che l’Amministrazione comunale le ha provate tutte, seppure in modo non efficiente ed organico come non aver sollevato, a tempo debito, ossia nella sede della conferenza dei servizi, la questione di quello che il Comune pensasse rispetto all’ottemperanza della concessione dei terreni. Tutto ciò ha reso l’Amministrazione comunale vulnerabile ma soprattutto determina un comportamento, nei confronti del proponente, che ci rende molto deboli in una probabile azione risarcitoria.

Non si conosce quali sia l’orientamento della nuova Amministrazione: fin d’ora va detto che, in caso non riteniate di prestare acquiescenza alla sentenza del Tar sopracitata, l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato non potrà contenere nuovi motivi, né nuova documentazione, né riproporre le stesse censure, bensì dovrà eccepire l’erroneità delle motivazioni adottate dal giudice di primo grado.

Siamo nella classica posizione, a mio giudizio, di una scelta che non è una scelta, a meno che non si voglia cagionare un danno erariale che peserà nelle tasche dei civitavecchiesi e non è detto che l’organo competente, a tempo debito, non ravvisi, in questo quadro generale, responsabilità dei funzionari e degli amministratori che hanno operato per l’Ente soprattutto alla luce degli esiti giudiziali fin d’ora collezionati e delle contestazioni ufficializzate.

Con questa nota voglio scongiurare che alla nostra Comunità sia evitato un’azione risarcitoria, la stessa che ad esempio abbiamo dovuto assicurare all’allora BED, sempre per una proposta in tema di trattamento dei rifiuti, con la differenza che per questo progetto pesano anche i 20 milioni dei fondi PNRR concessi al proponente che si sommano ai costi sostenuti per la progettazione, legali e mancati guadagni.

La Vostra scelta credo dovrà essere influenzata anche dal contesto socio-economico che si appresta ad affrontare la nostra Comunità per il phase-out dal carbone che comporterà per l’Ente un ammanco di circa 6 milioni di euro dal bilancio comunale, altri milioni mancheranno al Sistema di Autorità Portuale ma soprattutto si perderanno posti di lavoro nel settore termoelettrico diretto ed indotto con quest’ultimi per i quali non si intravedono nuove prospettive.

Sono stato un amministratore che si è scagliato contro questo progetto non perché affetto dalla sindrome di Nimby (not in my garden) ma perché stavo proponendo di far chiudere il ciclo dei rifiuti per la frazione secca con la nostra azienda CSP (inserito nel bilancio delle opere pubblico un impianto pilota ). Già è difficile la promozione e la presenza di un impianto ( idrolisi) seppur non impattante perché non è un inceneritore, immaginate di due, seppure per un’altra frazione della raccolta differenziata, FORSU.

La proposta non è andata avanti perché non c’è mai stato il coraggio di affrontare la questione per una seria e concreta chiusura del ciclo dei rifiuti con la logica che siccome Civitavecchia “ha dato” in termini di produzione energetica ora spetta ad altre Comunità farsi carico dello smaltimento dei nostri rifiuti. Chi si ricorderà a nulla valse il monito dell’allora assessore regionale ai rifiuti, Valeriani che dichiarò “se il pubblico non programma lo spazio se lo prende il privato, la legge glielo consente.”.

Ma dobbiamo guardare in faccia la realtà ora il Comune e quindi i cittadini rischiano dagli sviluppi di questa vicenda di ricavare un danno erariale importante. Mi domando allora quanti di quelli che hanno firmato la Petizione per scongiurare questo impianto se, informati di questa prospettiva e di una vera conoscenza dell’impianto (non ci sono combustioni), sarebbero disposti a negare l’eventuale costruzione anche a costo di accollarsi i costi del probabile risarcimento danni.

Non bisogna dimenticare che questa proposta ha superato ed ottenuto un esito positivo per un procedimento PAUR mediante il rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale da parte della Regione Lazio (“VIA”) amministrata dall’allora Presidente Zingaretti.

Per giurisprudenza consolidata la tutela dell’affidamento rientra tra le norme dell’ordinamento civile che impongono di agire da parte dell’Ente con correttezza e lealtà. In sostanza il PAUR è un diritto acquisito da parte del soggetto titolare: ogni comportamento che lede questo diritto determina una responsabilità civile dell’Ente e non è escluso dei funzionari o degli amministratori che l’abbiano cagionata.

Penso che sia giunto il momento che la cittadinanza venga informata del probabile danno erariale che l’Ente stia correndo, che siamo stati già oggetto di un atto di contestazione di illecito e di una richiesta di risarcimento del danno (6 novembre 2023), sarebbe responsabile realizzare un confronto serio e leale con il proponente, alla luce del sole, affinchè siano sottoscritte garanzie per i miasmi che sono il potenziale problema per questi impianti e quindi che venga accertato ed assicurato che tutte le operazioni di scarico del FORSU avvengano in locali chiusi così come il caricamento del digestato. Penso che sia il tempo di strappare condizioni tali per cui il nostro FORSU venga trattato a costi irrisori e perché no, che la nostra azienda CSP entri anche con una piccolissima quota nella futura gestione.

Per la serietà e la responsabilità che contraddistingue la mia azione politica ribadisco fin d’ora che sarò disponibile a sostenere pubblicamente questa “non scelta” seppure avessi preferito il trattamento del secco sul nostro Territorio con i principi dell’economia circolare e con un impianto attagliato all’esigenze della nostra Comunità ma come ho già detto non siamo più nelle condizioni di scegliere pena un risarcimento del danno.

Io sono e sarò sempre disponibile a sostenere, purtroppo oggi solo politicamente, non più dai banchi del Consiglio, qualsiasi azione amministrativa di buon senso, la demagogia e lo scarso pragmatismo lo lascio ad altri con tutte le conseguenze del caso.

                                                                                                                  Vittorio Petrelli

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