Pescara, 27 apr. (Adnkronos) - "Far sentire il battito del nascituro a una donna che sta andando ad abortire certamente non è un modo per aiutare le maternità difficili. È una cosa che non bisogna fare, però non è stato certamente un volontario a fare questo perché, per far sentire il battito, c'è bisogno di un'ecografia e di un ginecologo, quindi si tratta di una prassi che evidentemente è stata di qualche ginecologo e quindi è giusto che casomai sulla stampa emerga questa cattiva prassi medica. Così la ministra alla Famiglia e alla natalità Eugenia Roccella, a margine della kermesse a Pescara di Fdi, commenta la notizia di alcune segnalazioni pervenute al Centro contro la violenza di Aosta da parte di donne costrette all'ascolto del battito fetale nei presidi sanitari pubblici dove si erano recate per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza. Quanto ai movimenti pro-vita nei consultori, "non è una novità e non è nulla che tocchi la 194 perché, come è stato detto più e più volte - ribadisce Roccella -, nella 194 c'è già all'articolo 2 la possibilità di fare appunto convenzioni soprattutto per aiutare le maternità difficili.