ORTE - «Abbiamo scelto di aderire alla protesta perché, dopo una trattativa durata due giorni, gli organizzatori hanno deciso di buon grado di accettare anche le istanze che arrivavano da organizzazioni già costituite come la nostra. Purtroppo, gli spazi per dialogare con le istituzioni, al fine di trovare soluzioni ai sempre più gravi problemi che affliggono le nostre aziende si stanno facendo sempre più angusti, e, pertanto, abbiamo ritenuto opportuno di far sentire forte la nostra voce molto spesso inascoltata». Inizia così la lettera aperta ai sindaci e al presidente della Provincia di Fernando Monfeli, presidente Asta. «La nostra associazione ha aderito alla protesta che stanno portando avanti alcuni agricoltori difronte al casello autostradale di Orte», sottolinea e aggiunge: «Abbiamo deciso di portare con noi la bandiera italiana come unica insegna perché riteniamo che oggi sia rimasto l’unico simbolo che accomuna le istituzioni ai cittadini e alle aziende. In questi anni abbiamo visto le istituzioni troppo spesso lontane dalle nostre reali esigenze, ma con buona volontà e con fermezza chiediamo ancora spazio per avviare un dialogo sotto le insegne del Tricolore che Loro indossano con la fascia e che noi alziamo sulle cabine dei nostri trattori. Per questi motivi chiediamo a loro di essere ricevuti, come rappresentanti delle istituzioni e come sindaci della provincia con maggior numero di agricoltori in Italia, per condividere le nostre istanze e consegnare un documento su sui poter discutere al fine di trovare delle soluzioni condivise per tentare di risollevare le sorti delle nostre aziende».

«Siamo consapevoli che non potrà essere l’intervento di una sola amministrazione provinciale e di singole amministrazioni comunali a riavviare quei processi economici che faranno respirare di nuovo le nostre aziende ormai in affanno, ma siamo pure consapevoli che il sostegno delle istituzioni, sancito dal Tricolore che rappresenta sia noi che Loro, sia un grande aiuto», conclude Monfeli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA