Il “miracolo” si è compito anche quest’anno: Santa Rosa è tornata a casa sulle spalle di Gloria. Alle 00,14 il trasporto si è concluso. Quel trasporto carico di emozione, «perfetto, impeccabile, trionfale, sereno, che Gloria si meritava e di cui Viterbo aveva bisogno» ha commentato la sindaca Chiara Frontini.

«E’ stata una salita (l’ultimo tratto del trasporto che va da piazza del Teatro al santuario ndr) meravigliosa, eccezionale – ha detto il presidente del Sodalizio dei Facchini – di grande soddisfazione, c’è la gioia di aver compiuto questa sorta di miracolo che Santa Rosa ci concede di fare». 

All’arrivo, l’ultimo pensiero, prima del tradizionale “Evviva Santa Rosa” urlato dai facchini con gli ultimi scampoli di forza, è stato per “Baffino”, Roberto Ubaldi, il facchino prematuramente scomparso.

La macchina si era mossa da San Sisto intorno alle 21,50. Il primo tratto, quello fino a piazza Fontana Grande, è proceduto a passo lungo, per dirla con le parole del capofacchino, Sandro Rossi.  Qui la prima sosta e poi la marcia è ripresa fino a piazza del Comune dove c’è stata la doppia girata. Qui la sosta più lunga prima della ripartenza verso piazza delle Erbe, con l’accesso particolarmente stretto.

Il Trasporto è proseguito verso il Suffragio, in un tratto di strada abbastanza complicato.  La penultima tappa è stata piazza del Teatro  con l’ultima girata prima dello sforzo finale: la salita che porta al santuario. Le girate sono state dedicate ai facchini scomparsi: Antonio Scarponi, Luigi Scorzini, Rolando Venanzi, Luciano Scardozzi e Alessandro Radanich, ma anche ai due maestri Alessio Paternesi e Roberto Ioppolo, a Cesare Cencioni, vicepresidente dell'Avis, a Mario Roselli, ex facchino e padre di un facchino, a Giancarlo Sabatini, all’ex presidente del Comitato Pianoscarano, a Cesare Laureti, ad Armando Costantini e a Ruben Ciarlanti, figlio del facchino Francesco morto a soli 22 anni.

Sulla salita, la fatica si è fatta sentire e il fiato si è fatto corto ma il capofacchino, Sandro Rossi, arrivati sul sagrato del santuario, ha chiesto un ultimo sforzo:  «riprendete fiato per farci sentire da Baffino che ci guarda da lassù e gridate forte, con tutto il cuore, “Evviva santa Rosa”».

Così è stato fatto. Poi l’ultimo comando: « Santa Rosa, fuori!». I facchini sono usciti da sotto la Macchina ed è esplosa la festa e la commozione: la tensione per lo sforzo, ha lasciato il posto alle lacrime di gioia per l’impresa riuscita, segnate anche dalla malinconia di dire addio a Gloria, una macchina che dopo sette trasporti i facchini si sono sentiti un po’ “cucita addosso”.

Oltre ai due anniversari, quello dei 45 anni del Sodalizio dei facchini e i 10 anni dal riconoscimento Unesco, il Trasporto di quest’anno si è caratterizzato per uno speciale turbinio di emozioni: questa sera i facchini hanno portato, sulle loro spalle, insieme a Gloria, anche i nomi dei viterbesi che non ci sono più, che le famiglie hanno affidato a Santa Rosa, oltre 50mila intenzioni che sono state deposte nell’urna, «le invocazioni delle persone fragili e bisognose» come ha detto il vescovo.