LADISPOLI – Un altro binario sotto la sabbia. È lungo circa un metro ed è stato scovato dai boy scout “Roma 29 Balduina”, in azione nella zona di Torre Flavia. È il secondo rinvenimento in pochi giorni nello stesso punto. Quel pezzo arrugginito e divorato dal sale apparteneva alle rotaie che un secolo fa venivano utilizzate sull’arenile per estrapolare il ferro dalla rinomata spiaggia nera di Ladispoli. L’erosione, nel tratto nord di fronte alla palude di Torre Flavia, ha riportato alla luce un pezzo di storia di inizio novecento. Già se ne erano accorti la scorsa settimana alcuni volontari mentre assieme agli operai di Città metropolitana erano impegnati per risistemare gli arredi demoliti dalle mareggiate invernali. «In quel periodo – ricorda Filippo Moretti, consigliere comunale e delegato alle Aree protette di Ladispoli – anche lo Stato era impegnato negli scavi e nell’estrazione della ferrosa sabbia ladispolana soprattutto per ricavarne l’ematite, componente molto più pesante del silicio utile per la costruzione delle armi. Ferro che poi concludeva il suo ciclo produttivo nelle acciaierie. L’impianto di estrazione è rimasto lì a Torre Flavia fino al 1950 più o meno ma la sabbia veniva lavorata anche nell’altra parte del litorale dove ora ci sono gli stabilimenti balneari. A causa proprio del lavoro di estrazione, la linea demaniale arretrò e il fenomeno erosivo iniziò a provocare dei danni». Esisteva un binario a scartamento ridotto che andava a collegarsi alla ferrovia vera e proprio che in quegli anni non era situata dove è oggi, ma nei giardini pubblici di via Ancona nei pressi della chiesa. «Lo dico sempre e non mi stancherò mai di ripeterlo – commenta Corrado Battisti, responsabile della palude per conto di Città Metropolitana – questo sito naturalistico ci regala sempre tante sorprese ed è davvero avvincente tuffarsi nel passato per capire quello che accadeva». Al momento tutti i reperti sono stati accantonati nella casetta di Città Metropolitana. Ladispoli è privo di un museo che possa in qualche modo mettere in vetrina i suoi tesori. In zona sud di tanto in tanto le onde scavano sotto le dune riportando alla luce pezzi di scheletri degli antichi romani. Senza un piano di protezione della costa potrebbe finire presto tutto in mare.


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