LADISPOLI – Il presidio è rimasto e rimarrà ancora ad oltranza. Gli agricoltori hanno passato la notte sull’Aurelia con i loro trattori ben allineati e le bandierine in segno di battaglia. Non mollano la presa e in questi giorni sono previste ulteriori azioni di protesta. Tanto che, proprio al chilometro 29,700 delle statale nei pressi di Torrimpietra, potrebbero arrivare gli altri colleghi da nord. Sono ore decisive per capirlo e per comprendere anche come reagirà la politica europea sotto attacco da parte della categoria bistrattata. Ieri a un certo punto nel raduno degli agricoltori è comparso anche un carro funebre. “La fine dell’agricoltura”, è il cartello affisso fuori dalla bara. «Siamo stati abbandonati dai politici e da altri – interviene Gabriele Pascolini - , stiamo combattendo per tutti gli italiani, vogliamo che i cittadini ci aiutino. Alla filiera chiediamo che il guadagno sia equo e ridistribuito tra industria, grande distribuzione e produttori. Nella nostra azienda di Testa di Lepre abbiamo bovini da latte e da carne e non possiamo trovare negli scaffali la merce a 8 volte di più il prezzo. Va rivisto tutto». Prima della marcia su Roma, lunedì pomeriggio quella su Testa di Lepre. Alle 14 in punto è scattata la “sfilata” dei trattori che di fatto, partendo da Torrimpietra, hanno rallentato e in alcuni momenti anche bloccato la statale Aurelia. Lo avevano promesso e gli agricoltori, in rappresentanza dei comuni di Fiumicino, Anguillara, Ladispoli e Cerveteri, si sono dati appuntamento sulla statale, al chilometro 29,7. Pronti con striscioni e slogan a far sentire la loro voce come sta avvenendo in altre parti del Lazio, d’Italia e oltre i confini nazionali come in Francia, Germania e Belgio.

Chiarissimo il messaggio lanciato alla Ue e al nuovo piano “Green”. «Vogliamo politiche diverse in Italia – ha detto ieri mattina in diretta Rosario Carnevale a “News & Coffee” – il consumatore paga più di quello che a noi viene dato. I costi di produzioni sono differenti dal resto della comunità europea e non siamo rappresentati politicamente da nessun organo sindacale. Il ministro deve ascoltarci e farsi carico delle nostre problematiche. Non vogliamo sussidi o bonus perché i fondi arrivano alle nostre organizzazioni, pretendiamo prezzi calmierati per tutti. non ci si guadagna più. Ai produttori del latte vengono chiesti sacrifici continui. Il conferimento da 60 centesimi al litro è passato a 50. La categoria non è tutelata».

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