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TUSCANIA - Nuova straordinaria scoperta nella necropoli di Sasso Pinzuto. E’ tornato alla luce, infatti, un edificio di culto. A confermarne la straordinarietà è Alessandro Naso, professore dell’Università di Napoli: «Con ogni probabilità l’oikos di Sasso Pinzuto - dice - diventerà un riferimento per i culti funerari nelle necropoli etrusche arcaiche».
La necropoli di Sasso Pinzuto, nota sin dall’Ottocento, dal 2022 è oggetto di una concessione di scavo rilasciata dal ministero della Cultura al Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies (Camnes) di Firenze in stretta collaborazione con l’Università di Napoli Federico II che ne dirige i lavori sul campo.
Nel corso del tempo nell’area della necropoli, accessibile tramite una via tagliata nel tufo, sono state esplorate oltre cento tombe a camera scavate nel tufo, risalenti al VII - VI sec. a.C., e sono stati acquisiti residui non solo dei corredi funerari, ma anche delle lastre fittili decorate a stampo e policrome, datate al secondo quarto del VI sec. a.C., che riproducono cerimonie caratteristiche dello stile di vita delle élites etrusche arcaiche, quali cortei di cavalieri e carri, banchetti, danzatori e suonatori.
Lastre simili, frantumate e accumulate nelle trincee intorno ai tumuli funerari, sono state rinvenute a Tuscania anche in altre necropoli etrusche e sono state attribuite alla decorazione di edifici di culto eretti nei sepolcreti, di cui sinora non erano mai stati identificati resti consistenti.
A Sasso Pinzuto, una lingua di terra di poco meno di 1000 metri quadrati, delimitata e protesa sulla tagliata sottostante, ospita almeno tre tumuli con la crepidine scavata nel tufo e integrata in opera quadrata.
A nord del tumulo maggiore, che misura un diametro di oltre dieci metri, nove fosse di piccole dimensioni ricavate nel tufo furono riservate a sepolture e a culti. In questo settore sono state messe in luce le fondazioni in opera quadrata tufacea di un edificio a pianta rettangolare, che misura 6,2 x 7,1 metri orientato a nord-nord/est e rivolto verso la via di accesso all’area urbana di colle San Pietro. L’esplorazione dell’edificio, posto in un punto dominante la zona circostante, consentirà di acquisire informazioni utili a definire questi apprestamenti di culti funerari, che costituiscono una caratteristica qualificante di Tuscania in epoca arcaica. «È un ulteriore tassello per la conoscenza e la tutela dei siti archeologici di Tuscania, su cui la Soprintendenza, assieme alle varie Istituzioni, sta lavorando molto", commenta Simona Carosi, funzionaria archeologa referente di zona.
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