CIVITAVECCHIA – Il futuro del bosco Enel di Tvn è ancora incerto. A esprimere forte preoccupazione è il Comitato “Salviamo il Bosco Enel” che, insieme a oltre 1.200 cittadini firmatari di una petizione, interroga l’amministrazione comunale sulle decisioni riguardanti i 37 ettari di verde che Enel aveva piantato per compensare l’impatto ambientale della riconversione della centrale a carbone. 

Gizio Pucci, portavoce del Comitato, solleva alcuni interrogativi: «Come può l’amministrazione dichiarare di voler preservare le aree verdi se poi ritiene che questo bosco possa essere eliminato? In cambio di possibili investimenti, ma a quale prezzo?». Se, come suggerisce Pucci, Enel ha richiesto di superare le prescrizioni ambientali per utilizzare l’area a fini logistici, in particolare per un parcheggio destinato a veicoli scaricati dalle navi, il Comitato si chiede quale sia l’impatto di una tale trasformazione sull’economia locale. «Siamo consapevoli dell’importanza del lavoro - afferma Pucci – ma la domanda è se questa riconversione possa davvero sostenere il personale specializzato nella manutenzione delle centrali, una risorsa sviluppata con anni di esperienza e formazione». Inoltre, il Comitato contesta l’affermazione dell’amministrazione secondo cui l’area verde “non è riuscita a svilupparsi completamente”, definendo questa spiegazione “una giustificazione banale” per promuovere l’abbattimento del bosco. Secondo le riprese effettuate con un drone, gli alberi, in molti casi, hanno raggiunto anche i tre metri di altezza e si trovano in buono stato di salute.

L’amministrazione comunale fa riferimento a un parere del 2012 dell’ingegnere Guarascio che sconsigliava la creazione del bosco per la vicinanza a una zona industriale potenzialmente pericolosa e per la presenza di elettrodotti non interrati. Ma il Comitato sostiene che questo parere sia ormai superato, vista la chiusura programmata della centrale. Inoltre, Pucci ricorda che già nel 2013 Enel aveva confermato l’idoneità del sito, investendo circa 20 milioni di euro nella sua realizzazione.

«Al di là della funzione estetica, il bosco rappresenta una risorsa ambientale concreta – ha aggiunto Pucci – anche a centrale chiusa, continuerà a migliorare la qualità dell’aria, mitigando l’inquinamento prodotto dalle navi e dalle altre attività del porto, non monitorate specificamente».

Il Comitato conclude con un appello all’amministrazione per un confronto costruttivo. «Non sarebbe più logico, per il bene della città, concordare con Enel di acquisire nuove aree disponibili per future attività logistiche, piuttosto che sacrificare il bosco già esistente?» domanda Pucci.