Migliorano le concentrazioni di inquinanti dopo l’incendio alla facoltà di Agraria ma restano in vigore le misure di sicurezza del raggio di 500 metri dal luogo dell’incendio.

L’amministrazione comunale, questa sera, a conclusione della riunione del Centro coordinamento soccorsi, ha fatto sapere che “ i valori delle analisi effettuate da Arpa Lazio e Asl sul secondo campione per diossine, Ipa (Benzo(a)pirene) e Pcb (policlorobifenili) sono nettamente migliorati seppur mantenendo quelli della diossina ancora leggermente sopra la soglia”.

Le concentrazioni di diossine sono passate, infatti, da 0,7 pg/m3 di giovedì, a 0,4 pg/m3 di oggi.

“Per quanto riguarda le diossine - spiega l’Arpa - non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. L’Organizzazione mondiale della sanità stima concentrazioni di tossicità equivalente di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l’incendio ha effettivamente generato diossina”.

Alla luce delle misurazioni di oggi l’indicazione della Asl è stata quella di confermare tutte le misure indicate nell’ordinanza in vigore. Anche per domani il tribunale resterà chiuso.

Intanto è partita la conta dei danni che, si stima, si aggirano intorno ai 20 milioni di euro.

Sul fronte delle indagini, invece, già da giovedì, dopo la visita della ministra Bernini, l’area è stata posta sotto sequestro insieme a una bombola del gas e a quattro estintori, trovati sul tetto dell’edificio da cui è partito il rogo e dove erano in corso i lavori di coibentazione da parte di una ditta esterna.

Il punto del ritrovamento coinciderebbe con quello da cui si sono sprigionate le fiamme. L’attenzione degli investigatori si sarebbe concentrata su una bombola, verosimilmente usata per alimentare gli strumenti da lavoro. Da qui potrebbe essere partita la scintilla che ha alimentato le fiamme che avrebbero aggredito uno dei teli protettivi dell’impalcatura e poi la superficie del tetto fino ad arrivare al lucernario in plexiglass che, cedendo, è crollato all’interno dell’edificio propagando il rogo.

Il fascicolo aperto dalla procura per incendio colposo resta a carico di ignoti.