CERVETERI - Sono pronti ad andare avanti tramite carte bollate i residenti etruschi. Obiettivo: fermare l'installazione di antenne di telefonia in luoghi sensibili del territorio e comunque non previsti dal piano antenne redatto dall'amministrazione comunale, grazie alla collaborazione dei comitati e di tecnici preposti.
IL FATTO. Tutto è nato dall'impianto che starebbe sorgendo proprio a ridosso dell'istituto comprensivo etrusco, su un terreno privato, in località Sorbo. I genitori dei piccoli hanno così subito richiesto un'assemblea pubblica per cercare di capire il da farsi. Un incontro «molto partecipato», ha spiegato Stefania Bianchini, mamma di un alunno del plesso scolastico «che ha visto la presenza di tanti residenti, di rappresentanti dei rioni e di altri istituti del territorio», oltre che dei comitati uniti dei cittadini per la tutela del bene pubblico e del territorio.

L'INCONTRO. Dal dialogo tra le parti, è emersa la necessità di «costituirsi parte civile» in un procedimento contro la società di telefonia che starebbe installando l'impianto, corredando il tutto con «documenti importanti come le cartelle sanitarie o documenti relativi a persone con pacemaker». A questo andrà ad aggiungersi anche una sentenza «che proibisce l'uso del wifi al Cena per tutelare una bambina fragile».
LE MANIFESTAZIONI. Ma alla battaglia legale che i cittadini etruschi si preparano a intraprendere, si affiancheranno anche le «azioni di disturbo» come fiaccolate e manifestazioni. A queste iniziative saranno chiamati a partecipare anche i residenti della vicina città ladispolana dove nei mesi scorsi, nelle zone periferiche, sono sorte ben due antenne di telefonia a distanza non solo di pochi chilometri l'una dall'altra, ma anche di pochi giorni. Situazione che ha allarmato i residenti delle frazioni.

«Con le nostre azioni - ha chiarito poi Stefania Bianchini - non vogliamo dire che non vogliamo le antenne, sappiamo che sono importanti, ma è importante, anche, farle installare in quei luoghi stabiliti dal Comune». Altro obiettivo: insistere nella loro installazione proprio su terreni di proprietà comunale per poter garantire maggiori controlli. «È difficile che un privato consenta l'effettuazione delle rilevazioni delle onde elettromagnetiche che per legge non devono superare certi livelli». Ma non solo: «Da un'antenna che viene installata ne possono essere poi montate altre senza chiedere ulteriori autorizzazioni» (nel caso di proprietà private, ndr). Ed è proprio questo che si vuole evitare.

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