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CIVITAVECCHIA – Chiuse le indagini, disposto il rinvio a giudizio per un presunto abuso edilizio per l'amministratore della società che ha realizzato il nuovo impianto sportivo, e calendarizzata per febbraio 2024 l'udienza.
È questa la conclusione alla quale è arrivato il sostituto procuratore della Repubblica Marina Mannu che ha chiuso le indagini, durate poco meno di un anno, sulla realizzazione del Padel Village, l'impianto nato sulle ceneri dell'ex campo del Gedila in via Achille Montanucci .
Indagini partite a seguito di un esposto presentato dal “Comitato Centro Civico di Quartiere” che metteva in evidenza, in modo dettagliato, una serie di quelle che venivano giudicate delle critiche, relative in modo particolare alle procedure e all'iter amministrativo che ha portato alla realizzazione dell'impianto, che al di là degli aspetti tecnici ha comunque riqualificato il quartiere, recuperando un'area di circa un ettaro e mezzo, che era ridotta a discarica e che oggi è un punto di riferimento per questa disciplina sportiva.
Tanto che i carabinieri, ad ottobre dello scorso anno, si recarono negli uffici del settore VI, Edilizia e Urbanistica, Patrimonio e Demanio del Comune di Civitavecchia proprio per acquisire tutti i documenti necessari, con l'iter che fu oggetto anche di una interrogazione già nei mesi precedenti a firma del consigliere comunale Marco Di Gennaro, al quale rispose tecnicamente l'allora dirigente Lucio Contardi chiarendo alcuni aspetti legati alle norme urbanistiche ed edilizie e alla necessità di un passaggio in consiglio comunale che però, per l'amministrazione, non sarebbe stato necessario, tant'è che poi non è mai avvenuto.
E a quanto pare le indagini e la richiesta di rinvio a giudizio per abuso edilizio ruoterebbero proprio attorno a questo aspetto, sull'approvazione del progetto da parte dell'aula Pucci.
Un aspetto che la società, attraverso l'avvocato Daniele Barbieri, ha contestato nel corso delle indagini attraverso diverse memorie difensive e si è detta pronta a dimostrare anche davanti al giudice, convinta della correttezza delle azioni e delle procedure messe in atto.
«Soprattutto perché – ha sottolineato l'avvocato Barbieri – parliamo di una riqualificazione di un impianto sportivo, rimasto tale. Era un campo da calcio, con servizi; la stessa area oggi ospita servizi e un'attività sportiva». Nessuna modifica sostanziale, quindi, tale da giustificare un passaggio in consiglio comunale. Anzi, come ribadito proprio dallo stesso avvocato Barbieri, sono state ridotte le percentuali di superficie occupata dai campi, con le cubature dei manufatti che non hanno subito modifiche rispetto a quelle già autorizzate con i titoli diversi edilizi precedenti, rilasciati alle precedenti proprietà. Tutti gli aspetti tecnici che, ha evidenziato il legale, saranno chiariti nel corso delle udienze.
Allo stesso modo è probabile come nel corso del processo si andrà a comprendere la motivazione del perché ad esempio non risultano indagato nessun tecnico comunale, tra quanti hanno seguito i procedimenti autorizzativi degli interventi che hanno portato alla realizzazione dell'impianto sportivo.
Presunzione di innocenza. Nell'ordinamento italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, in base all'articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
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