Una manifestazione senza precedenti. Pacifica e ordinata, ma autorevole: oltre duemila persone hanno preso parte alla marcia contro il deposito di scorie nucleari nella Tuscia. Residenti, attivisti e associazioni ambientaliste, rappresentanti politici, non solo locali.

E ancora: striscioni e slogan, che hanno fatto da cornice e cassa di risonanza al corteo e alle voci di una provincia intera, al di là di ogni colore politico.

Quattro i cortei partiti da Corchiano, Gallese, Vignanello e Vasanello, che si sono dati appuntamento all’azienda agricola di Fulco Pratesi di Corchiano. Con loro anche una cinquantina di persone venute da Montalto a bordo di un autobus.

«Inaccettabile e irricevibile». Così è stata definita la proposta della realizzazione di un deposito nella Tuscia da Famiano Crucianelli, presidente del biodistretto della via Amerina e della Tuscia, che ha promosso l’iniziativa. Ora, per Famiani, è il tempo dell’«azione». «Necessario passare dalla fase delle riflessioni a quello dell’iniziativa. E non faremo passi indietro: siamo determinati e lo saremo finchè non saranno realizzati a pieno i nostri diritti e le nostre ragioni», ha detto.

In marcia insieme ai comuni viterbesi, anche la Diocesi di Civita Castellana, guidata dal vescovo Marco Salvi; e, poi, la Regione Lazio con il capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Sabatini e il vice presidente del consiglio Enrico Panunzi; il presidente della Provincia Alessandro Romoli e la sindaca di Viterbo Chiara Frontini.

«La Diocesi – ha detto il vescovo Salvi – chiede alle istituzioni di ricercare altre soluzioni per evitare danni alle persone e all’ambiente, con gli auspici di Papa Francesco».

«Siamo qui come un’unica comunità – ha sottolineato il sindaco di Corchiano Gianfranco Piergentili -, la comunità della Tuscia, perché l’ipotesi del deposito è semplicemente scellerata. Non permetteremo a nessuno di calpestare la nostra idea di comunità».

«Una grande manifestazione di popolo – ha proseguito Romoli -. Un’azione che va portata avanti con forza e determinazione». Anche l’onorevole Mauro Rotelli, non presente fisicamente, ha inviato un messaggio di sostegno: «Ho personalmente sostenuto in accordo con tutti i colleghi di maggioranza la necessità di affiancare alla mobilitazione uno strumento normativo che permettesse la difesa del territorio – ha spiegato -. Perché se da un lato vi sono comuni, come quelli della provincia di Viterbo, che hanno più volte ribadito la loro contrarietà ad ospitare il deposito, ci sono altri che approfitterebbero di compensazioni e mitigazioni per stoccare i rifiuti già esistent».

Istituzioni e gente comune della Tuscia è convinta e determinata come non mai a porre in atto ogni azione possibile per difendere il territorio e il futuro delle nuove generazioni.

L’impressione, tuttavia, è che la battaglia sia solo agli inizi. «Una battaglia che durerà ancora a lungo – ha infatti confermato Frontini -. Viterbo è al fianco di chi sta portando avanti questa lotta».

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